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Più che per recensire questo libro pieno di affetto e nostalgia per le sfortunate gesta dei veri protagonisti di una delle più belle e libertarie rivoluzioni dei tempi moderni, ossia i giovani del popolo che la sostennero con disinteresse e abnegazione a costo della propria vita, scrivo per avvertire i lettori delle ignobili falsità contenute nella "recensione" precedente. Le calunie ivi contenute sulla figura di Sergio Ramirez, intellettuale che non ha condiviso la deriva autoritaria e l'affermazione degli interessi personali del clan Ortega, hanno l'aria di essere causati o da una visione falsa e meschina o da interessi materiali o da semplice ignoranza. Probabilmente da una combinazione di tutto ciò. Ramirez si batté per una svolta democratica dell'FSLN e per questo fu oggetto di persecuzione da parte della cupola di quel partito, al pari di quasi tutti i quadri storici della rivoluzione. Il capovolgimento della realtà, tipico di ogni mistificatore, è nauseante e l'esaltazione finale del cardinal Obando ne rivela l'essenza: l'accordo tra Curia e FSLN di Ortega avvenne in seguito all'approvazione in parlamento della peggior legge sull'aborto di tutto l'universo mondo, Afganistan dei Talebani compreso. In Nicaragua ora per una donna non è possibile abortire neppure in caso di stupro o di malattia grave sua o del feto. Ciò la dice lunga sulla natura attuale del sandinismo "ufficiale". Questo accordo valse il plauso della destra clericale di Obando, la vittoria elettorale e il ritorno al potere di Ortega. Ora in Nicaragua, e lo dico da persona si sinistra che ci lavorò negli anni meravigliosi dell'epopea rivoluzionaria, di sandinista rimangono solo vuoti slogan che nascondono un cinico abuso del potere e gli illeciti arricchimenti della nuova casta arroccata attorno al potere di Ortega. Purtroppo l'addio di Ramirez ai muchachos, eroi dimenticati, è ancor più amaro e drammatico nella realtà che nella scrittura perchè c'è ancora chi ne oltraggia la memoria.
L'autore, ex vice-presidente del Nicaragua negli anni Ottanta con i sandinisti, è stato poi decisivo, con il voto dei suoi amici del Movimento Rinnovatore Sandinista, per modificare la Costituzione nel senso voluto dalla destra più antidemocratica. Presentatosi alle elezioni del 1996, è stato sconfitto in modo così totale da ritirarsi dalla vita politica. Ha poi avuto la faccia di bronzo di dichiararsi "censurato dal governo", quanto in Nicaragua non si censura neppure un fogliaccio come "La Prensa", il cui direttore negli anni Ottanta era uno dei membri della Direzione dei terroristi. Il suo partito,l'MRS, nel novembre 2011, si è presentato insieme alla lista di destra, che presentava come candidato alla presidenza il proprietario di "Radio Corporacion", una radio che negli anni Ottanta appoggiava il terrorismo. Il risultato è stato che i sandinisti hanno vinto col 63 % dei voti. Adesso scrive un libro dal titolo "Adiòs muchachos". Addio e a mai più rivederci. Il libro è una dimostrazione di come certe persone siano diventate politicanti senza scrupoli. Vorrei fare un elogio, invece, al Cardinale di Managua, Monsignor Obando y Bravo, che, dopo essere stato un nemico giurato dei sandinisti negli anni Ottanta, oggi è divenuto un loro ardente sostenitore e, ai primi di maggio 2012, ha tessuto l'elogio funebre di Thomas Borge, l'ultimo rimasto tra i fondatori del Fronte Sandinista, ai suoi funerali avvenuti in Piazza della Fede, la più grande piazza di Managua, gremita fino all'inverosimile di persone in lacrime.
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