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Anno edizione: 2019
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L’unica cosa buona di questo libro è l’idea di provare a rivedere le priorità e a scrollarsi di dosso i bisogni indotti. A parte questo, che è sicuramente alla portata di tutti, il resto sono considerazioni banali e fuori dalla realtà, nelle quali possono ritrovarsi solo persone con redditi da capogiro e senza alcun vincolo affettivo (figli, mariti/mogli, genitori anziani, ecc…).
La genericità di certe analisi sul passato e sul presente è sconfortante e dice tutto. L’idea di base è sicuramente saggia: non lasciarsi abbindolare dai bisogni indotti dalla pubblicità e dagli stili di vita dominanti, spegnere la TV, consumare meno e perciò lavorare meno avendo molte meno necessità da soddisfare. Ma per non ridurla a un fenomeno elitario, deve essere estesa a una platea larga, a prescindere dall’età, dal reddito e dal livello culturale. Invece, come ammette l’autore in apertura, il downshifting privilegia essenzialmente laureati, con redditi significativi, senza problemi familiari di figli da crescere o di genitori anziani (questo l’autore non lo dice, ma è implicito nel ragionamento), da estendere generosamente magari a negozianti, agenti di vendita, imprenditori, consulenti (torna il reddito). Insomma, il downshifting pare roba da ricchi snob, non da infermieri o commesse di un supermercato. I lavoratori dipendenti (e ancor più quelli precari) è meglio che si accontentino della propria condizione ed evitino di sognare…
Ho trovato questo libro molto banale. L'autore a un certo punto critica chi vede le cose solo in base alla sua esperienza ma lui è molto evidente che generalizza in maniera davvero imbarazzante il suo vissuto a tutti gli uomini occidentali. Parla come se tutti fossimo degli esperti di finanza in carriera con stipendi di 5.000€ al mese in su con il solo pensiero fisso di fare ancora più soldi. Poi addirittura dice che diventare ricchi è una cosa accessibile a tutti, che tutti possiamo ottenere con facilità. Le osservazioni che fa lui gli sembrano delle cose straordinarie, contro corrente, a me sembrano di una banalità disarmante, sarà che sono a una fase evolutiva superiore, e forse l'unica cosa a cui mi è servito questo libro è stata quella di farmene rendere conto.
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