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Un guazzabuglio di citazioni disorganiche di libri e scritti su Smith che avrebbero potuto dare ben altro frutto. Anche volendo dare un ordine e coerenza. Ad esempio si afferma (p.7) apoditticamente che Smith ricorse al sistema deduttivo perché permetteva di esaminare meglio le azioni umane e i loro impulsi, più avanti (p.22) si scrive che per Buckle tutti i filosofi scozzesi del XVIII sec usavano il metodo deduttivo, però Smith aggiunse qualcosa di peculiare che riprese dalla geometria, ossia cercava di seprare un gruppo di premesse da un altro, infatti egli trattava della simpatia e dell’egoismo in due libri separati: tutto qui? come si coordina con precedente affermazione lasciata a mezz'aria? sul concetto fondamentale della simpatia si corre senza raccordare, analizzare, ecc. Anche sullo Adam Smith problem: mettere d’accordo l’economista col filosofo morale ci si limita a dire che le recenti posizioni confermano che la differenza non esiste. Un po' meglio, sempre in estrema sintesi, sullo homo oeconomicus, qui l'A. si richiama uno studioso sulla visione tautologia e triviale di questo agente, poiché cerca la massima soddisfazione col minimo sforzo. E’ un essere che opera razionalmente, calcolando i mezzi e i fini; la soddisfazone che persegue non è altro che la maggior quantità di beni possibili: crea comunque vantaggio ed utilità per la società (si allontana da visione negagtiva di Mandeville) introducendo il concetto di mano invisibile che produce armonia sociale. Peccato poteva sviluppare e ordinare tutta la larga tematica di Smith, almeno considerando le letture qui sfoggiate e citate, sembra a mò di propri appunti (da riprendere)
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