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Abolitio criminis e successione di norme «integratrici»: teoria e prassi
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Tutti i formati ed edizioni
Autore:
Editore:
Anno edizione:
2008
In commercio dal:
1 gennaio 2008
Tipo:
Libro tecnico professionale
Pagine:
XXVI-976 p.
EAN:
9788814140846
Indice
L'INQUADRAMENTO DELLA SUCCESSIONE DI NORME "INTEGRATRICI": Integrazione (reale o apparente) della fattispecie legale astratta (Norme realmente integratrici e norme solo apparentemente integratrici - L'oggetto dell'integrazione normativa: la fattispecie legale astratta) - Abolitio criminis (La disciplina della successione di leggi penali - L'abolitio criminis come conseguenza di una modifica strutturale della fattispecie legale astratta - L'abolitio criminis fondata su criteri diversi dal confronto strutturale tra le fattispecie legali astratte: critica) - Abolitio criminis e successione di norme "integratrici" (La modifica delle sole norme realmente integratrici può comportare abolitio criminis - Le altre soluzioni del problema: esame e critica) - IL BANCO DI PROVA DELLA CASISTICA: Successione di norme apparentemente integratrici (Successione di norme penali richiamate da elementi normativi - Successione di norme extrapenali richiamate da elementi normativi - Successione di norme extragiuridiche richiamate da elementi normativi) - Successione di norme realmente integratrici (Successione di norme che "riempiono" il precetto di "norme penali in bianco" - Successione di norme definitorie).
Può l'abolitio criminis essere conseguenza della modifica di norme diverse da quella incriminatrice, da questa in vario modo richiamate? Alla soluzione del quesito l'Autore perviene dopo avere indagato, nella prima parte del volume, i diversi modelli di apparente o reale integrazione della legge penale (rispettivamente, elementi normativi, norme penali in bianco e norme definitorie) e dopo aver mostrato come l'abolitio criminis é sempre la conseguenza di una modifica strutturale della fattispecie legale astratta. Le sole norme capaci di una simile modifica - questa la conclusione - sono quelle realmente integratrici (le norme chiamate a riempire precetti penali in tutto o in parte in bianco e le norme definitorie): le uniche che (a differenza di quelle richiamate da elementi normativi) contribuiscono a descrivere la fattispecie legale astratta, entrando a comporne la struttura, e ad esprimere il giudizio di disvalore insito nella scelta legislativa della configurazione del reato. L'Autore, nella seconda parte del lavoro, esaminando più di sessanta casi corrobora questa conclusione sul banco di prova della vasta ed eterogenea casistica giurisprudenziale e dottrinale formatasi sul tema: nella convinzione che la teoria, se vuole essere deputata alla soluzione di reali problemi giuridici, debba essere fondata non su un numero ristretto di ipotesi - "sulla punta di uno spillo" - bensì su tutte le ipotesi (e i problemi) che si presentano nella prassi.
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