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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Dopo numerose ristampe, Edizioni Anfora è giunta alla terza edizione italiana - impreziosita dall'introduzione di Alessandro Zaccuri - di questo romanzo di formazione molto amato in patria che sta conquistando sempre di più anche il cuore dei lettori stranieri.
«Scritto con una forza e un ritmo incessante, è un libro che in Ungheria è considerato ormai un classico ed è perfetto per riscoprire il talento di una grande scrittrice.» - Liana Messina, F Rivista
«Questo fa la guerra: rassegna all’impotenza. Si deve credere che una statua ascolti le nostre preghiere e ci scriva lettere, invece, per capire che non è vero e che la nostra coscienza serve alla pace, quando la pace salta in aria. Ora che la memoria è diventata un’industria, solo la letteratura dei ricordi può ancora riuscire a chiamarci in causa.» - Simonetta Sciandivasci, Il Foglio
«Ha tutti gli ingredienti del classico di formazione.» - Nadia Terranova, Robinson - la Repubblica
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La Szabo, già con DITELO A SOFIA, ci aveva abituati a romanzi di formazione. In questo caso, una ragazzina di 16 anni finisce, per motivi di sicurezza, in una scuola privata luterana, che è anche un collegio, poichè il padre, generale dell'esercito ungherese ai tempi della seconda guerra mondiale, milita negli ambienti antifascisti. Nel collegio Gina, la protagonista, diventa "adulta", aiutata, in questo da una statua, Abigail, che esaudisce i desideri, appunto, dietro cui si nasconde un vecchio professore un po' bizzarro e che gode, tra le studentesse, di poca stima. L'autrice rappresenta un ritratto denso e profondo della ragazzina e della sua "formazione", ma anche di tutto l'ambiente, non solo del collegio, bensì dell'intera società ungherese all'epoca della guerra, così come DITELO A SOFIA era un intenso ritratto della società socialista dell'Ungheria post bellica. Da leggere!
A causa dello scoppio della seconda guerra mondiale la giovane figlia cosmopolita di un generale ungherese viene rinchiusa in una rigidissima scuola calvinista, il Matula; la ragazza, dapprima insofferente alla clausura e alla conformazione scolastica, si renderà presto conto che il fortino (l'epiteto con cui lei chiama la scuola) in realtà sarà la sua unica fonte di salvezza. Durante la permanenza nell'istituto l'allieva, seguendo una segreta tradizione matulina, rivolgerà le proprie preghiere ad una statua, Abigail, la quale riuscirà sempre ad aiutarla e a darle conforto. La scrittura limpida e sicura della Szabó, di cui avevo già letto La porta, si è confermata una piacevole ed impareggiabile compagnia letteraria.
Veramente molto bello
Recensioni
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