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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2018
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Ma davvero potremmo sapere quanto tempo ci resta da vivere? Non sembra che Achille ci creda. Il personaggio di questo formidabile romanzo è sì costretto a considerare la possibilità che sia così, visto che un bel dì si rende conto di dormire un minuto in più e quindi di vivere un minuto in meno, eppure non ci sta. Ci sta, invece, a vivere ogni singolo minuto. Che sia il penultimo o l’ultimo proprio non lo sa, ma decide che vale la pena dedicarci ogni pensiero, bello o brutto. Uno dei messaggi di quest’opera sembra proprio questo: la vita va vissuta a ogni istante, senza tralasciarne neppure uno. Anche da pensionato e vedovo, come Achille, c’è ancora molto da vivere, o (ri)vivere, ripercorrendo a ritroso come su una macchina del tempo pensieri e avvenimenti che, forse, sono trascorsi troppo in fretta, senza darci la possibilità di individuarne traccia e significanza. Che però ci sono, e aspettano solo che li si ricerchi, minuto per minuto, appunto.
Ho iniziato a leggere questo romanzo con qualche perplessità, per via di quell’accenno in copertina al tempo certo del morire. Opponevo resistenza ad addentrarmi in una vicenda che si dipana attorno ai pensieri di un uomo, Achille, che da un certo punto in poi dorme ogni giorno un minuto in più, e quindi vive ogni giorno un minuto in meno. Ogni titubanza si è però dissolta fin dalle prime pagine lasciando spazio a un’invincibile curiosità per l’incedere narrativo accattivante e sommessamente seducente, che speravo fosse mantenuto fino all’ultima pagina. Di più, procedendo nella lettura, scoprivo che la storia non era affatto triste giacché non di morte si parla, ma della vita di cui Achille declina i temi a modo suo. E il bello è che l’Autore non pretende di affermare verità, perché queste sono proprie di chi legge per sua espressa dichiarazione. Lungi dal rimanere delusa, quindi, consumata la prima lettura integrale, sono tornata spesso su molte imperdibili pagine, talune molto divertenti. Insomma, leggere questo libro di Claudio Giovanardi è un’esperienza che sono felice di aver vissuto, e che vivamente consiglio.
Un romanzo bellissimo che si legge d’un fiato e non si esaurisce con l’ultima pagina. Achille, pensionato e vedovo, il protagonista della storia, si accorge di dormire ogni giorno un minuto in più, e quindi di vivere ogni giorno un minuto in meno. La nuova consapevolezza suscita innumerevoli riflessioni in cui il lettore si trova come catapultato a ripercorrere legami, amicizie, amori, conoscenze, tempi, luoghi, gioie e dolori sceverati nel mare magnum dei ricordi che affollano gli ultimi trenta giorni. Come andrà a finire? L’Autore è convinto che la verità sia di chi legge, non di chi scrive. A chi leggerà, quindi, decidere quale sia la conclusione della singolare vicenda umana narrata. Ciò che sorprende e conquista è la straordinaria gradevolezza del racconto, dovuta non tanto (o non solo) allo stile unico e alla raffinata eleganza del linguaggio, caratteristiche certamente proprie della scrittura dell’Autore, quanto all’equilibrio, alla perfetta armonia di ogni capitolo, la cui lunghezza, noterà il lettore, è direttamente proporzionale all’inesorabile consumarsi dei minuti di veglia.
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