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A Bologna le bici erano come i cani - Paolo Nori - copertina
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A Bologna le bici erano come i cani - Paolo Nori - copertina
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Descrizione


Questa è la storia di un ex meccanico di biciclette che doveva dire a suo figlio che non era suo figlio. È una storia ambientata a Bologna, che dicon sia un posto dove fino a qualche anno fa la gente si portava per mano la bici anche quando andava a piedi, come se eran dei cani. E dicono fosse un posto dove uno non veniva considerato vecchio finché riusciva ad alzare il piede sopra il sellino. E dicono fosse un posto dove negli anni cinquanta le bici non le chiudeva nessuno, perché le bici del paese le conoscevano tutti, una bici era come una faccia. Cioè in realtà queste cose le dicono, tutte e tre, di Luzzara, e le dice Zavattini, ma il fatto è che l'Emilia, nella mia testa, è una cosa, cioè un'idea, cioè un affetto, che non è che non ci sia differenza, ce n'è tanta, ma l'aria che tiene insieme le cose, la luce che vedi sulla via Emilia, a una cert'ora, che si inonda di luce, che ti acceca, non che non ci sia differenza, ce n'è tanta... ci siam forse capiti.
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Dettagli

2010
206 p., Brossura
9788865490013

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alida airaghi
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Uno "stream of consciousness"padano,anzi emilano,anzi:tutto bolognese.Ambientato in una città che sa di provincia antica,tra gente poco più che proletaria,e dove biciclette e treni sono più comuni delle auto di lusso.Dove stravince in umanità la periferia fatta di condomini modesti,con appartamenti acquistati col mutuo,e il genere umano è popolato di figure stralunate e ironiche,unite tra loro da una solidarietà pietosa e partecipe.Chi scrive in prima persona sembra fare il verso alla figura dell'intellettuale in voga oggi,diviso tra letture e conferenze in varie città,una vita solitaria da separato,con fidanzate che nemmeno sanno di esserlo, e una bambina piccola e graffiante ("la Battaglia")che vede il padre due volte la settimana e lo segue in bici, regalandogli le sue perle di saggezza e ingenuità sarcastica.A questo stranito protagonista,che ricorda alcune figure felliniane,un vicino di casa consegna prima di morire(suicida?ammazzato?di dolore?)due cassette registrate, da sbobinare per farne un libro.Questo anziano,ex meccanico di biciclette,chiamato Benito,ha dei tic,delle nevrosi operaie molto particolari. Per esempio, la fissazione che i giapponesi lo odino senza motivo, per cui in tutti coloro che gli sono ostili vede dei nipponici.Benito nella registrazione rivela al figlio professore, che vive in un'altra città e lo trascura, di non essere il suo vero padre: e gli racconta con amaro umorismo la sua vita di pover'uomo, costretto in un matrimonio banale con la Germana,e poi minimi e colpevolizzanti tradimenti, divertentissime visite obbligate a noiosi e ridicoli parenti milanesi, amici del bar equivoci e ingannatori, la morte misteriosa della moglie censurata nella memoria per anni. I racconti del meccanico e quello dello scrittore si intrecciano confondendosi e riecheggiandosi. Ne risulta un libro spiritoso e malinconico insieme, fatto di riuscitissimi bozzetti e figure a tutto tondo, vivo di una sapienza disillusa, e pensierosa.

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Paolo Nori

1963, Parma

Scrittore e traduttore italiano. Ha lavorato come ragioniere in Algeria, Iraq e Francia. Laureato in letteratura russa, ha lavorato in Francia per tre anni per un'impresa edile, e poi come traduttore dal russo e dal francese. Ha pubblicato nel febbraio del 1999 per Fernandel (Ravenna) Le cose non sono le cose e, nel maggio del 1999, per Derive Approdi (Roma) Bassotuba non c'è, ristampato nel marzo del 2000 da Einaudi Stile Libero. Collabora con Il con Il Caffè letterario, bimestrale di letteratura ed immagini. Del 2008 sono Mi compro una gilera e Baltica 9. Ha tradotto e curato l'antologia degli scritti di Daniil Charms Disastri (Einaudi), l'edizione dei classici di Feltrinelli di Un eroe dei nostri tempi di Lermontov e delle Umili prose di Puškin. Per UTET pubblica...

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