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Nella lettura ci si perde, ci si ritrova, ci si immedesima. A seconda delle esperienze di vita di ognuno, esistono parti remote del nostro essere che fanno male, alternativamente sorridono, ma in coro queste parti riflettono su come complesso il nostro essere sia. Su come le nostre vite prendano forma e si plasmino a contatto con gli altri, ma ancor più a contatto con noi stessi, quando tutto è silenzio e ci ritroviamo a fare i conti con il vissuto e i bagagli che ci portiamo dietro.
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In commercio dal:
9 novembre 2019
Pagine:
120 p., Brossura
EAN:
9788865916315
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Franco
31 dicembre 2020
La storia che Marco Fleming ha voluto raccontare in 72 piastrelle, 54 passi è quella della sua convivenza con il disturbo bipolare, psicosi che dovrà tenere sotto controllo per tutta la vita. Nato come uno sfogo sul più noto social network è diventato un libro che si legge tutto d’un fiato, con flashback che ne ripercorrono la sofferenza; dal tradimento della moglie alla «sua ossessione» per un’altra donna con la quale crede di aver trovato una stabilità emotiva e con cui dar sfogo alla sua frenetica sessualità, ma che in realtà lo fa precipitare ancor di più nell’Inferno della malattia mentale. Ricoveri nei gironi danteschi degli SPDC, dell’Ospedale San Paolo di Milano, dove l’Autore incontra ragazze e donne che scambiano il loro bisogno d’amore con il sesso fine a sé stesso, a volte con esiti tragicomici. Poi la clinica psichiatrica che non migliora il suo stato di salute e, infine, dopo aver toccato il fondo con l’aggressione all’ «ossessione» e il successivo tentativo di suicidio, il percorso comunitario. La drammatica esperienza che Fleming ha vissuto, descritta a volte in tono ironico, lo portano a sviluppare una nuova consapevolezza di sé stesso e della sua malattia, ma anche del fatto che egli, come tutte le persone affette da questo tipo di patologie, non è la sua diagnosi, ma qualcosa di molto più complesso, fatto di sfumature del tono dell’umore. I farmaci, pur nella loro importanza, non sono sufficienti da soli a garantirgli il benessere, ma l’Autore si rivolge agli psicoterapeuti che lo fanno entrare in contatto con le sue emozioni e soprattutto con la realtà. Chi volesse trovare in questo volume una sorta di diario clinico si sbaglia di grosso, perché esso è “carne, sangue, sudore e lacrime”, in poche parole è la sua vita fatta di sbagli dai quali ha imparato a non essere più dipendente da un’altra persona, perché se è pur vero che l’amore è fondamentale per la crescita di ogni essere umano, non lo può portare all’autodistruzione. Lettura consigliata.
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roberta maglie
16 dicembre 2019
«Ho cominciato a leggerlo stamattina alle 11 e, totalmente rapita, non mi sono fermata fino a quando non l'ho finito. A differenza degli altri libri, con questo sapevo ancor prima di leggerlo che non sarebbe stata un'evasione, ma un'introspezione. Ed è stato terapeutico leggere il libro di Marco, che è riuscito a trattare questo argomento con l'approccio crudo ma ironico e dissacrante che solo chi c'è passato può permettersi. Leggendo il suo libro ho capito che non devo fermarmi a quell'accettazione a cui finalmente sono arrivata, ma devo andare oltre: devo amarmi, devo risolvermi, che probabilmente è la cosa più vicina alla guarigione. E che, parafrasandolo, è qualcosa di meglio di guarire. Detto questo, non pensiate di leggere un libro triste e pesante sulle malattie mentali: è un racconto brillante e divertente, e, se vi capiterà di sorridere tra le lacrime, non preoccupatevi: non è il segnale di qualche squilibrio psichico, ma solo l'effetto naturale di questa storia raccontata come solo Marco Fleming poteva fare. E lo ringrazio di cuore.
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