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Recensioni 29 luglio 1900

29 luglio 1900 di Marco Albertaro
Recensioni: 4/5

Sono le 22,00 del 29 luglio 1900. Siamo a Monza e il re Umberto I sta salendo in carrozza dopo aver premiato i ginnasti della società “Forti e liberi”. Ad aspettarlo c’è il revolver di Gaetano Bresci, l’anarchico venuto dall’America. Pochi istanti dopo l’Italia intera entrerà in una nuova epoca.

Un anarchico, un re e un cocchiere. Tre persone che non hanno nulla in comune; tre vite diverse che si incontrano la sera del 29 luglio 1900 a Monza. Uno spara, uno muore, l’altro osserva. Sono tre anche i colpi di pistola che segnano questa giornata e la rendono un avvenimento epocale. Questo è il momento in cui per l’Italia si chiude l’Ottocento, secolo della nascita della nazione e dello stato unitario, e comincia a prendere forma il Novecento, secolo delle masse. Gaetano Bresci, l’anarchico, è un operaio figlio di contadini, un emigrato a Patterson in New Jersey, un uomo ora radicato negli USA ma capace di lasciare tutto e attraversare l’Atlantico per vendicare gli oppressi dalle violenze del sovrano. Un uomo comune, uno dei tanti, che con il suo atto dirompente diventa un mito destinato a sopravvivere per decenni nel mondo anarchico ma non solo. Il re è Umberto I, ‘re buono’ perché abolisce la pena di morte, ma anche ‘re mitraglia’ perché sostiene le cannonate di Bava Beccaris durante i moti popolari a Milano. La politica, gli stili di vita, le condizioni culturali, sociali ed economiche dei due uomini, Umberto I e Gaetano Bresci, diventano così il pretesto per raccontare un’epoca con le sue tensioni e le sue contraddizioni. E, infine, c’è il terzo protagonista: il cocchiere. Una figura marginale e fino a oggi trascurata eppure centrale nella scena del delitto. Un osservatore particolare: invidia e non sopporta il re con il suo snobismo e i suoi eccessi, ma non capisce e nemmeno si accorge di tutta la tensione sociale che attraversa il Paese. Tre voci, tre punti di vista per raccontare un giorno come tanti che ha visto il primo di una serie di omicidi politici che avrebbero costellato i decenni a venire.)
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