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Anno edizione: 1998
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Prog metal violento e aggressivo ma anche molto tecnico e stumentale , mi piace perche il cantante della band sembra il fratello di ozzy ma anche un po i journeys , da mettere a palla nello stereo!
Album assolutamente essenziale per chi come me mastica Rock e non ha il paraocchi solo su certi "sottogeneri" (o sfumature) musicali. A distanza di quasi 35 anni nessuno è riuscito ad eguagliare una simile magia compositiva. Fantastico.
I Rush sono un gruppo Rock canadese composto da Alex Lifeson (chitarra), Geddy Lee (basso/tastiere/voce) e Neil Peart (batteria). Il 1976 è l'anno di uscita di "2112", da molti considerato il loro primo gioiello, la prima opera con una forte base che li potesse distaccare definitivamente dal ruolo di gruppo-scia dei Led Zeppelin. All'omonima suite (basata su una novella di Ayn Rand nella quale un giovane scopre la musica - sotto forma di una chitarra - in un'epoca in cui un regime totalitario ha tolto all'uomo ogni spazio di libertà creativa), si alternano canzoni più brevi ma non meno intense, come l'esotica "A Passage To Bangkok", l'acustica "Lessons", la triste e romantica "Tears", la cadenzata "The Twilight Zone" e la splendida, conclusiva, "Something For Nothing", che rappresenta la summa delle tematiche più care ai Rush. Lo si può considerare il primo album del periodo Progressive della band, che include anche i successivi "A Farewell To Kings", "Hemispheres" e secondo alcuni prosegue almeno fino a "Signals". Anche la suddivisione in brani si avvicina (come già nel precedente "Caress Of Steel", 1975) a quelle tipiche di gruppi Progressive come Yes o Genesis, con un brano, la suite "2112", che occupa un intero lato del vinile. In questo brano celebre, la voce di Geddy Lee, i tecnici assoli di Alex Lifeson e la batteria di Neil Peart creano le atmosfere spaziali che fanno da sfondo a una storia ambientata in un futuro antiutopico in cui la musica è stata bandita (una storia analoga sarà narrata qualche anno dopo in un altro brano celebre, "Red Barchetta" sull'album "Moving Pictures"). Il disco è da sempre considerato uno dei migliori album del trio canadese. Un classico assoluto del Progressive/Hard Rock dalle trame musicali inarrivabili e basilari per bellezza e contenuto.
Recensioni
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