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Le classifiche dei grandi film sono una costante e sono sempre state redatte secondo le epoche, l’estetica, il sociale, lo spettacolo, la comunicazione, la politica. Pino Farinotti nel 1994 ha redatto una sua lista personale dove figurano tutti i grandi “monumenti” del cinema: ma anche titoli “dalla parte del pubblico”, che è l’indicazione che definisce anche il dizionario Farinotti. Ad esempio, “Colazione da Tiffany” non appare mai nelle classifiche, eppure è un film che offre codici perfetti, è un “legislatore”: grande romanziere alla base, grandi regista e musicista, una canzone che ha fatto la storia, un modello assoluto del cinema e dell’estetica del Novecento impersonato da Audrey Hepburn. E poi il marketing: “Colazione da Tiffany” ha nobilitato il marchio Tiffany, che dopo il film ha invaso il mondo. A vent’anni dal primo volume, nei nuovi “centofilm” si inserisce anche Rossella Farinotti. Dunque, generazioni a confronto. Molti titoli sono cambiati. La giovane, per fare un esempio, ha imposto “Il grande Lebowski”, “Bastardi senza gloria” e molti altri titoli.
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