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Il racconto, tra l’intimità di un diario e la realtà, dell’animo di Johanna Van Gogh-Bonger. La donna che in modo inaspettato, anche ai suoi occhi, ha costruito la fortuna di Vincent Van Gogh.
«“È strano” pensa Johanna van Gogh-Bonger. Ha condiviso soltanto quattro giorni e una domenica con suo cognato, ma da quando si è innamorata di Theo, in un modo o nell’altro ha vissuto circondata notte e giorno dalla sua presenza.»
Montmatre, Parigi. 1890. Johanna Van Gogh-Bonger inaugura un nuovo quaderno del suo diario con la notizia della morte del fratello di suo marito Theo: Vincent Van Gogh. In quella casa al quarto piano di Cité Pigalle numero 8 Johanna assiste al dolore di una perdita, ma anche alla gioia di una vita appena nata, quella di suo figlio Vincent. Questo nome, Vincent, non porta con sé che tragedie, prima il fratello maggiore di suo marito, morto a pochi giorni dalla nascita, e ora la morte da suicida di Van Gogh.
La morte del fratello confinerà Theo prima nell’ossessione di portare al successo il pittore ingiustamente emarginato in vita, poi alla disperazione. Tutto questo vissuto attraverso il racconto fattone da Johanna, una donna che trova la forza di lasciare Parigi, città dove ormai sente solo la malinconia per l’insuccesso del cognato, e di tornare in Olanda, dalla famiglia, lasciata troppo presto per seguire la sua passione per la poesia. Sarà proprio l’Olanda e la sua campagna, con l’acquisto di Villa Helma, a riportare Johanna alla serenità, insieme al suo piccolo Vincent, ultima traccia dei Van Gogh sulla Terra.
Scoprirà e conoscerà, forse per la prima volta, suo cognato. E lo farà non solo attraverso le decine di dipinti e disegni che ha lasciato in eredità, ma soprattutto attraverso le parole, con le lettere che inviava a Theo. Grazie a Johanna assisteremo a un primo e timido segnale di riconoscimento dell’immenso talento dell’uomo che ora è per tutti Van Gogh.
Recensione di Diamante Tostiù
A cura del Master Professioni e prodotti dell’editoria - Collegio Universitario "Santa Caterina da Siena” in collaborazione con l’Università di Pavia
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