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Recensioni L'uomo che viaggiava nel vento

Recensioni: 5/5
Questo nuovo disco è il mio quarto tributo al connubio fra musica rap e letteratura nonché il mio secondo concept album. I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: il vento. Il vento come agente atmosferico che nonostante il suo essere invisibile ha generato la vita e influenza così tanto la nostra esistenza. Il vento come viandante mai stanco in grado di visitare infiniti luoghi mutandone i contorni. Il pensiero come vento della mente, ora leggero ora incontrollabile. Il vento come medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come l’alfabetizzazione, la “diversabilità”, l’emarginazione, i matrimoni forzati, le spose di guerra, la patologia mentale in varie declinazioni. Infine il vento come poesia e risorsa: la title track stessa è un tributo ad un protagonista del vento, Angelo D’Arrigo, campione di volo con il deltaplano scomparso nel 2006. Tutti i racconti contenuti hanno registri e suggestioni differenti e risentono dell’influenza di narratori diversi come Biamonti, Bonnefoy, Curioni, Hesse, Rigoni Stern miscelati nella mia testa con approfondimenti storici e racconti popolari. I rap-conti contenuti nell’album sono come tanti luoghi, prossimi o remoti, attraversati da uno stesso vento che cambia nome e caratteristiche ma che assolve ad un compito che pare gli sia intrinseco da sempre: quello di raccogliere storie nel proprio grembo e conservarle per sempre in attesa che qualcuno le voglia leggere, quasi esistesse una memoria dei flussi d’aria Le produzioni sono affidate in gran parte a beatmakers noti alla scena hip hop nazionale per il loro suono classico e caldo che bene si amalgama con le mie narrazioni. La forte identità di genere delle basi strumentali e la mia attenzione tecnica nella costruzione lirica vogliono essere una dimostrazione, rivolta soprattutto alle giovani generazioni, di come si possa realizzare musica hip hop senza tralasciare concetti e riferimenti che possano contribuire a una crescita culturale di ampio respiro. Le collaborazioni al microfono oltre ai miei soci di sempre (La Kattiveria e Dj T-Robb) e a due talentuose voci femminili (Dia, Amelivia), è rappresentata da artisti che considero tra i maggiori esponenti della scrittura alta nel rap in Italia: Dargen D’Amico, Ghemon, Rancore. Un altro rap è possibile.)
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