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L'Atlante di zoologia profetica dell'Atelier dell'Errore (Corraini, luglio 2016) sarebbe il manuale perfetto da mettere nella borsa di insegnanti e genitori che iniziano l'anno scolastico insieme ai loro bambini, con curiosità e paure analoghe. L'Atelier dell'Errore è un laboratorio di arti visive dai 6 ai 12 anni nato in collaborazione con il servizio di neuropsichiatria infantile della Ausl di Reggio Emilia. Grazie al suo fondatore, l'artista e fotografo Luca Santiago Mora, i disegni realizzati hanno maturato una forza visiva tale da girare l'Italia con incontri e mostre, creando un solido e continuativo ponte di comunicazione tra i ragazzi e il mondo esterno.
Dall'ultima mostra Uomini come cibo (Milano, 2015) è nato un voluminoso catalogo curato da Marco Belpoliti, che non solo porta nel mercato editoriale la meraviglia delle opere, ma soprattutto ne valorizza i contenuti, attraverso una ricchissima costellazione di contributi che spaziano dalla letteratura alla religione, dalla paleontologia alla biologia, dalla poesia alla storia dell'arte. Un panorama di disegni di grande formato e di voci multidisciplinari che rendono l'atlante degli animali uno straordinario bestiario fantastico per appassionati di arte, grafica e illustrazione, e una preziosa risorsa per adulti che vogliono capire come entrare in relazione coi bambini.
Come nascono i disegni emerge dalle didascalie e dalle frasi sparse nel libro: si disegna tutti insieme, divisi per gruppi, nello stesso tempo; sono consentiti solo animali (spesso su ispirazioni di visite museali, fotografie e documentari naturalistici); la gomma è vietata; si usano solo matite e colori su fogli di carta bianca di grandi dimensioni; una volta stabilito che i disegni sono conclusi il gruppo è chiamato a dare un nome alle creature e spiegare come funzionano.
Un metodo di poche regole tecniche e molto rigorose, ma che aiutano a superare le difficoltà dell' “io non so disegnare” e a dare libera espressione a umori, emozioni e proiezioni fantastiche, in una pratica di disegno collettivo che fa dei segni e degli sbagli il punto di partenza incancellabile, in un processo senza filtri di immaginazione condivisa.
Sono nati così l'insetto elefante Catoblepa che si nutre delle parti molli dei bambini, oppure la medusa armadillo Lo Squalatore sessuale che si bacia le ferite o l'elefante mammut Vendetta cattiveria pura dell'Utopia e il Vendicatore di notte che divorisce dei compagni di classe che io mi avvicino e loro si allontanano e dicono che puzzo. L'infanzia si ribella al regno dell'innocenza, dando forma a un'irriverente enciclopedia della morte, dove i confini tra animale e uomo si confondono nel desiderio di difesa, protezione, riscatto e vendetta. Nessuno si sente più un “errore” e accetta ogni sbaglio senza odio nè colpa. Tra queste grida di rabbia, paura, dolore e solitudine, decade anche l'idea di capolavoro nell'arte, nella vita e nell'educazione, per accogliere chi (o le parti di noi) non sarà mai forte.
Ma questa non è arte terapia, ci tiene a precisare in uno dei saggi Livia Chandra Candiani, poetessa e insegnante vicina al modo di lavorare di Santiago Mora. “Solo condividiamo una nostra passione e una nostra barca per scampare. Barca fragile e sempre in manutenzione. E poi non siamo maestri (..). I maestri sbordano spesso nei guru di cui ormai è pieno il mondo, giri l'angolo e qualcuno ti offre di risolverti la vita. Quello che invece è diventato un po' introvabile è un buon amico, uno alla pari, che vacilla insieme a te”.
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