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E' davvero una bella edizione. La Donzelli e la curatrice Bianca Lazzaro hanno fatto un ottimo lavoro: carta di qualità, copertina rigida, sovraccoperta, ottima rilegatura ed originali illustrazioni colorate di Fabian Negrin. Esprimo la mia gratitudine alla figura del Dott. Sen. Giuseppe Pitrè (1841-1916), instancabile "raccoglitore e studioso di tradizioni popolari del XIX secolo" e, continuando a citare le note biografiche sul risvolto della sovraccoperta, "medico di professione, e folklorista per vocazione". Tornando al libro, posso dire che sbaglia di grosso chi crede si tratti semplicemente di una raccolta di vecchie "favolette". In realtà, si tratta di uno scrigno prezioso di cultura popolare che solamente gli sforzi dell'autore hanno permesso di salvare dall'oblio. Segnalo che una lettura attenta permette di cogliere tanti archetipi letterari senza tempo. A tal riguardo cito tre esempi: il primo riferimento ad un archetipo letterario l'ho personalmente individuato nella fiaba "I due fratelli fedeli" (pag. 29) dove è possibile cogliere le tracce dell'antico mito norreno di Sigfrido portato in auge da Richard Wagner ne "L'anello dei Nibelunghi"; il secondo, l'ho rintracciato nella fiaba denominata "La ragazza povera" (pag. 55), dove si narra una storia affine a quella di "Cenerentola" la quale, a sua volta, è una rielaborazione della più antica versione egiziana: "Rodopi", figura tra l'altro citata anche da Erodoto (Libro II, 134-35); terzo esempio, è quello della fiaba di "Cecino" (pag. 67), dove vi è un chiaro riferimento alla storia di "Alì Babà ed i quaranta ladroni" contenuta ne "Le mille e una notte". Chi conosce Esopo, Fedro e La Fontaine, non ha bisogno di altre spiegazioni né di un mio invito alla lettura. Una sola pecca, a mio parere, ha questo volume: l'assenza della versione originale in siciliano. Fosse stata presente, avrebbe reso l'edizione praticamente perfetta. Peccato.
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