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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2013
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Severo è il giudizio di Zweig sullo stacanovista, ipertrofico letteratucolo Balzac degli albori. Ne parla come di un prostituto della letteratura, per aver ceduto il suo genio e il suo talento, fortunatamente sotto pseudonimo, ad una scrittura dozzinale da romanzi di fabbrica per pura sopravvivenza: "[...] se la forma e la lingua di Balzac resteranno insanabilmente impuri, questo è solo perché egli ha ceduto all’impurità verso se stesso nell’epoca decisiva del suo sviluppo." Già. Zweig è lapidario nella sua condanna per essersi venduto, a cottimo, per fame di scrittura e di cibo, ma in ultima analisi, l'assoluzione riabilita ed innalza il legittimista audace e irresponsabile Balzac - fra napoleonici trionfi e disfatte, sublimazioni e sprofondamenti - al rango di scrittore di razza, senza se e senza ma. "In questi ultimi romanzi sono raggiunti un realismo, una verità di sentimento, una radioscopia delle passioni che nella letteratura francese non furono poi mai superati. Nessun artista forse ha celebrato un congedo dalla propria arte così grandioso come quello di Balzac nelle sue ultime opere." Una vita tutta da leggere, quella del tanto amato e tradito Balzac; una biografia alla Zweig, ergo praticamente perfetta se si va al di là della comoda scure etico-morale a pancia piena di uno che la miseria vera non seppe nemmeno cosa fosse. Ma pochi come Zweig avvicinano e fanno meglio comprendere, con le loro biografie, il meccanismo di creazione letteraria. Al magnifico «conoscitore delle altezze e degli abissi», e al suo abilissimo e appassionato 'traduttore', umilmente assegno il massimo dei voti possibile.
Strepitoso commovente ritratto della più grande luce umana che il mondo delle lettere di sempre abbia mai incontrato. Un immenso sogno biografico dove i debiti, le rincorse, la severità di scrittura e l'obbedienza al proprio genio si mescolano e si spalleggiano dentro un flusso di pagine sempre più incantevole, riuscito, sontuoso. Converrebbe almeno leggere una decina di opere di Balzac per entrare a pieno negli antri più capillari di questa biografia, ma il taglio e la perfezione che comunque ne sortiscono, fuori anche da impegni filologici rigorosi,sono traccia di maestria e di gratitudine di una scrittore a un altro. Come se l'anulare scrivesse la storia della sua mano, o un raggio sincero riuscisse ad avvolgere e rilegare in un solo giro la storia del sole.
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