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Anno edizione: 2016
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Un bell'esempio di ... come confezionare un libro per quello che non è! Già la copertina, poco congruente all'argomento, suscita più di un sospetto, la lettura poi conferma che il massacro degli ebrei di Rechnitz viene affrontato solo sullo sfondo di pagine e pagine in cui l'autore racconta di sè, delle proprie sedute psicoanalitiche e della propria famiglia, immaginando dialoghi e rielaborando diari. Sono d'accordo con la recensione che scrive Ugo e qui sotto pubblicata. Un pacco, una "sola" dicono a Roma, altro che un libro!
Perché tradurre così in italiano il titolo, mi chiedo, quando l'indagine dell'autore sui misteri oscuri della propria famiglia dedica all'argomento sì e no venti pagine? Filoni trattati: -vita durante la guerra della nonna, che resta in Ungheria, assiste ad indicibili azioni, perde più o meno tutto e cerca di lavarsi la coscienza -vita della figlia ebrea dei vicini, che viene deportata ad Auschwitz (si salva e si trasferisce in Argentina, e non saprà mai la vera verità sui suoi genitori) -vita del nonno, pessimo soldato, che al termine della guerra si fa 10 tremendi anni in un gulag, poi fa ritorno dalla sua famiglia ed emigra -24/25 marzo 1945 - la notte di Rechnitz, in cui alcuni degli invitati alla festa al castello della zia acquisita dello scrittore, ammazzano 180 ebrei, dopo avergli fatto scavare la fossa e fatti spogliare -i problemi esistenziali del nipote, raccontati in prima persona, che cerca di raccogliere i cocci del passato, e non ci riesce nemmeno con l'aiuto di uno psicoterapeuta. C'è un unico filo comune, ieri come oggi: l'essere umano è ripugnante nel suo egoismo.
In effetti il titolo italiano centra poco con il libro ed anzi, è fuorviante. Molto più pertinenete con il contenuto sarebbe stato mantenere il titolo originale (traduco: "E cosa ha a che fare questo con me? Un crimine nel marzo 1945. La storia della mia famiglia"). Difatti, il romanzo tratta proprio questo: la verità taciuta di un passato neanche troppo lontano rispetto all'autore, le ripercussioni sul suo modo di vivere il presente. A me è piaciuto.
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