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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'albo si compone di 6 storie. "Amber Sweet" e "Morire in piedi" potevano stare sul suo 2* libro "Summer Blonde". "Intrusi" e "Tradotto dal giapponese", invece, ricordano le mini storie di "Sonnambulo". "Forza Gufi" direi che rimanda sia al 1*, che al 2* albo del fumettista americano d'origine asiatica. Particolarmente originale, per il suo stile, "Ortiscultura". Un ritorno al passato, insomma, dopo il romanzo lungo "Una lieve imperfezione", che era bello ma non proprio la sua "tazza di te'", ed il divertente ed autobiografico "Scene da un matrimonio imminente". Che dire, le sue cartucce migliori Tomine le ha gia' sparate ("Sonnambulo"), ma questo e', comunque, un fumetto splendido che si fa rileggere con piacere e invita a riflettere. A me non ha annoiato affatto! Da avere.
Non mi ha convinto. Si tratta di una raccolta di sei diversi fumetti/strisce che dovrebbero avere in comune il tema del vivere le scelte altrui. Quando per capire il senso di quello che si legge è necessario avere dei chiarimenti sullo scopo dell'autore, sul tema affrontato, sul messaggio che dovrebbe passare, perché da soli non lo si capisce, beh, significa che c'è qualcosa che non va, o in te lettore, che sei poco recettivo, o nell'autore, che non è in grado di far percepire il messaggio. In questo caso opto per la seconda opzione. Al di là del significato, ho trovato alcune strisce poco incisive, non interessanti o accattivanti. Un fumetto/graphic novel può anche essere bello a prescindere, direi. In questo caso il tutto è stato abbastanza noioso. Non lo consiglio.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sei storie, ognuna disegnata con un tratto diverso da Adrian Tomine ma sempre dalla stessa matita, di sei personaggi chiusi dentro vite miserabili. Sembrano i racconti di Carver in forma di vignette, una meraviglia dietro l’altra. Uno, in particolare, mi è piaciuto moltissimo: sono solo 8 pagine, una madre che scrive alla figlia usando la seconda persona singolare, ricorda un viaggio che fecero insieme in aereo dal Giappone a Los Angeles. Si legge, si sente la sua voce ma nelle vignette non compaiono mai, né lei né la figlia. Compare solo quello che le circonda. Molto toccante.
Marta
Per Chris Ware, con Morire in piedi Adrian Tomine ha finalmente firmato l'Opera, compiuto la Missione, insomma scritto “That Book”: non solo è “il lavoro più maturo e intelligente della carriera di Tomine”, ma è anche un fumetto che finalmente riesce a stare alla pari con la grande narrativa adulta, quella “vera” di gente come (elenco di Ware) Anton Chechov, Raymond Carver, Alice Munro e Zadie Smith. Uno dice: addirittura?
Di sicuro le storie che compongono la raccolta sono spaccati di vita vera dal malinconico retrogusto “adulto”, risolte nella caratteristica chiave minimal-intimista (oltre che, come al solito quando si tratta di Tomine, parecchio... ok, lo dico: emo), e il risultato sono sei piccole istantanee per “fallimenti & sentimenti” calate in quell'immancabile periferia dell'anima che è il tratto distintivo dell'autore di Optic Nerve.
Siamo ai livelli di Carver e della Munro? Non lo so, ma perché tirare in ballo paragoni tanto scemi?
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