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Si viene proiettati un una dimensione lontana nel tempo e nello spazio dove i ricordi e gli eventi che coinvolgono il protagonista sembrano mescolarsi in modo fascinoso. Una scrittura adornata di uno stile lirico che si sposa al meglio con l'ambientazione del racconto
Ci si perde assieme al viaggiatore protagonista del libro di Maggiani, nei suoi sogni e nelle sue riflessioni, nei suoi incontri e nelle sue storie. Libro poetico nelle descrizioni e pieno di citazioni e immagini interessanti:"Era un caldo così intenso che il sudore si polverizzava sulla pelle" oppure "Il tronco era osso pietrificato, un grosso femore venato e corroso". Lo consiglio a chi ama la poesia anche in prosa.
Poetico, onirico, scritto benissimo. Un libro che rimane.
Recensioni
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«Ascoltate, è ancora il tramonto sul colle dell'Assekrem. Giallo, ocra, azzurro, oltremare, carminio. Cielo, terra, montagne e valli. Tutto. Ma giù nelle gole c'è già il crepuscolo e la notte. Rosa, terra bruciata, viola, nero. Il nulla laggiù».
L’io narrante di questa storia è un etologo, studioso di migrazioni di animali, che intraprende un viaggio sul massiccio dell’Ahaggar, più precisamente nell’Assekrem - cuore dell’universo - in attesa dell’arrivo delle rondini, lasciandosi contaminare da questo mondo, totalmente diverso da tutto ciò a cui è abituato.
Suoi fedeli compagni di avventura sono i colori del cielo, del deserto, dei luoghi, gli stessi luoghi che hanno ospitato l’eremitaggio del beato Charles de Foucauld che visse in quest’area fino alla morte.
La storia di jacuija, come viene soprannominato il protagonista dall’accompagnatore e amico Jibril, si intreccia con quella di numerosi personaggi, umani e non, alcuni appartenenti al suo passato come l’orsa Amapola, l’armeno Zingirian, il dimah Tighritz, la giornalista Marguerite, la berbera Jasmina e con i ricordi legati al padre Dinetto.
Mentre il resto del mondo collassa sotto guerre e distruzione, il narratore racconta a Jibril tutto ciò che succede fuori dall’Assekrem, del suo passato e dei suoi incontri.
La narrazione, i colori e le descrizioni fitte e dettagliate rendono il romanzo una vera e propria poesia, quasi una canzone che esalta così tanto luoghi ed immagini da catapultare il lettore direttamente nella storia, trasformando l’essenza del Viaggiatore Notturno in un trattato filosofico sulla vita.
Recensione di Alessia Steffenini
A cura del Master Professioni e prodotti dell’editoria - Collegio Universitario "Santa Caterina da Siena” in collaborazione con l’Università di Pavia
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