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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2014
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Libro duale del meraviglioso "I figli della mezzanotte": là l'Universo era l'India, qui il Pakistan, ma siamo sempre all'indomani della forzata separazione politica tra i due Stati, motivata e sostenuta da criteri di omogeneità religiosa. Già questo basterebbe per consigliarne la lettura, anche nell'ottica della maggior familiarità che la realtà odierna, coi suoi fatti di cronaca, ci porta giocoforza ad avere con la realtà islamica rispetto all'ancora poi noi "esotico" mondo indù. Probabilmente Rushdie solo a tratti raggiunge qui la potenza espressiva di cui è capace; ne "La vergogna" l'aspetto paradossale, fantastico spesso prende il sopravvento, disorientando il lettore......ma fate attenzione! La mia sensazione è che questi cambiamenti di registro siano voluti, quasi a sdrammatizzare la tristezza del vivere (sarebbe meglio dire: sopravvivere) in un contesto sociale simile, in cui la dimensione della "gatta" sulla propria fronte è un indicatore sociale di primaria importanza......
non avevo mai letto rushdie. ho letto opinioni contrastanti. tutto dipende da quello che ci si aspetta. la vergogna ha la grazia delle fiabe orientali, che riescono a descrivere anche atti cruenti senza turbare nè stomacare. un poco di attualità sulla questione pakistano-indiana, non abbastanza informativa perchè un "estraneo" se ne faccia un'idea. diciamo che dà più "colore" pensare che dietro la fiaba ci sia il dramma di un popolo. ma sembra un dramma lontano. nemmeno collocato in un'epoca contemporanea.
Un Rushdie medio. Uno stile ricco e immaginifico.
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