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Si tratta della traduzione italiana di un volumetto uscito a Berna nel 1996 in tedesco, in cui Ernst von Glasersfeld intendeva mostrare le curiose analogie tra il suo "costruttivismo radicale" e il pensiero del filosofo bolscevico Aleksandr Bogdanov: vi comparivano la traduzione di un breve saggio di quest'ultimo e due conferenze divulgative dello stesso Glasersfeld sui riferimenti storici e le implicazioni teoriche del suo "costruttivismo". Strutturato come una serie di dialoghi tra un funzionario del partito interessato alla filosofia e un filosofo più esperto, il testo di Bogdanov insiste sull'identificazione di filosofia e scienza come impresa comune indirizzata al miglior adattamento del collettivo all'ambiente. L'idea viene accostata da Glasersfeld alla propria convinzione che il sapere consista in una costruzione concettuale compatibile con l'esperienza e costitutivamente intersoggettiva. L'epistemologo tedesco confessa di essersi imbattuto piuttosto casualmente nel testo bogdanoviano e onestamente si limita a registrare convergenze concettuali, senza proporre interpretazioni complessive del filosofo russo. A questo fine più ambizioso si indirizzano invece i due saggi di Stanzione e Tagliagambe, che completano il volume italiano. Per la verità l'inquadramento del pensiero di Bogdanov nel contesto internazionale e soprattutto in quello russo non risulta sempre fondato e convincente. In particolare la presunta influenza di Nikolaj Fedorov sembra basarsi su nulla più che suggestioni e assonanze, peraltro spiegabili altrimenti. Manca completamente una contestualizzazione puntuale del saggio, che rappresenta invero soltanto il primo dei due contributi bogdanoviani alla raccolta dei Saggi di filosofia collettivista, maturata tra il 1908 e il 1909 nell'ambiente dei bolscevichi non leniniani, e che, volendo procedere a una valutazione complessiva della filosofia di Bogdanov, andrebbe analizzato insieme agli altri testi con cui fu in origine pubblicato.
Daniela Steila
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