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A più di dieci anni dal suo esordio con Divergent, Veronica Roth torna alla distopia con un mystery che esplora il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia nella nostra società.
Quel che è giusto, è giusto.
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Veronica Roth torna con una storia davvero interessante, molto attuale. Sonya Kantor è la "cattiva" di questa storia? Eppure lei è la ragazza del poster, la ragazza che accumulava punti perché faceva sempre le scelte giuste, la ragazza simbolo di una società perfetta. Poster girl non è una distopia è un sequel di una distopia, cosa succede dopo che il regime viene sovvertito? Il mondo diventa davvero migliore? Chi sale al potere sarà sicuramente più retto e giusto di quelli che lo hanno preceduto? La risposta è no. Sonya era solo un'adolescente quando viene rinchiusa, aveva vissuto come le avevano insegnato eppure ora è considerata come il male assoluto, ma la società in cui viveva non era peggiore di quella che si è appena costituita, una società corrotta, forse più di prima. Il romanzo è una riflessione su come è facile manipolare le masse , che anche se si lotta per migliorare le cose , quello che si ottiene é solo una rivoluzione di facciata. Io l'ho trovato introspettivo e interessante pieno di spunti su cui riflettere, una lettura allegorica della società odierna. Lo stile della Roth è sempre limpido e senza troppi fronzoli, la narrazione quindi risulta lineare e in linea con gli stati d'animo della protagonosta che è l'io narrante. Consigliato!
Putroppo siamo lontani anni luce dal fascino di Divergent, che pure è andato un po' calando nei successivi capitoli. Ho trovato il libro abbastanza insignificante, a parte qualche spunto di riflessione, che voglio premiare con una stella in più, riguardo alle ideologie, che pur susseguendosi e pensando di essere migliori delle precedenti, in realtà non si rendono conto di essere assurde.
Distopico /mistery carino, non sempre ha grande approfondimento ma si legge in maniera godibile e in alcuni punti fa anche riflettere.
Recensioni
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