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Portami il diario. La mia scuola e altri disastri - Valentina Petri - copertina
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Portami il diario. La mia scuola e altri disastri
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Portami il diario. La mia scuola e altri disastri - Valentina Petri - copertina

Descrizione


Valentina ci riporta tra i banchi con lo sguardo amorevole e profondamente ironico di una prof davvero speciale. E ci ricorda che i ragazzi, se tendi loro la mano, sanno stupirti come nessun altro.

"All'ultima ora hanno fatto cose che vanno dalla palestra all'officina, passando magari per un'ora di supplenza, oppure sono stati a pascolare nel laboratorio di informatica cercando di eludere i firewall della scuola. E poi arrivo io, apro la porta e mi chiedo se per caso nella borsa non abbia un calmante per sedarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Altro che pistole, caro Trump, la vera arma in dotazione agli insegnanti dovrebbe essere quel fucile con cui si sparano i sonniferi agli elefanti. Invece sotto il braccio ho la mia unica arma di distrazione di massa: il libro di letteratura."

Quando entra in aula per la prima volta, Valentina è Quella Nuova e ha davanti ventotto futuri meccanici: c'è uno che si rifiuta di togliere gli auricolari e un altro che messaggia con la tipa; c'è Amebo che fissa il vuoto con aria indifferente; Piallato steso sul banco per nascondersi; il Trucido che ingurgita un panino al tonno. Siamo a settembre, ma l'anno scolastico sembra già lunghissimo. Eppure i giorni passano: passano sempre. E, tra petardi esplosi in cortile e turbolente gite all'Expo, capitano momenti di inaspettata meraviglia, in cui gli studenti abbassano la guardia e scelgono di fidarsi. Sono i momenti raccontati in questo libro, che ci riporta tra i banchi con lo sguardo amorevole e profondamente ironico di una prof davvero speciale. E ci ricorda che i ragazzi, se tendi loro la mano, sanno stupirti come nessun altro.
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Dettagli

2020
19 maggio 2020
416 p., Brossura
9788817146401

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Mauro
Recensioni: 5/5
Non è fantasia ma una triste realtà

Mi trovo a commentare un libro, un romanzo che si svolge durante un anno scolastico in un Istituto Professionale con indirizzo meccanico, elettrico, moda ed ottico. Ho insegnato per 20 anni in un istituto del genere e ne conosco i problemi, le situazioni imbarazzanti e nel romanzo ho ritrovato situazioni ed emozioni che ho conosciuto benissimo. Per mia fortuna insegnavo una materia professionalizzante e quindi i ragazzi dovevano seguirmi per forza, se no niente esame di stato, niente ammissione. Valentina Petri insegna italiano che lo so, purtroppo, è considerata una materia optional. Capisco quindi i problemi che ha dovuto affrontare, gli stessi che hanno affrontato le mie colleghe di italiano e storia. Tutto ciò per dire ai non addetti ai lavori che quello che è scritto nel romanzo è tutto vero: in un Istituto Professionale tra i ragazzi c'è molta umanità, molta bontà d'animo, ma nessuna o pochissima voglia di studiare. Per i docenti è difficile spiegare in classe ed interessarli alla loro materia. Un anno di servizio nel Professionale equivale per stanchezza a tre anni in un Liceo, si diventa vecchi prima. Il romanzo non è fantasia, ma una triste realtà. la lettura però è molto piacevole, anche grazie al modo di scrivere facile della Petri e nel complesso è un libro divertente.

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isottina
Recensioni: 5/5

Il libro è eccezionale come eccezionale è l’autrice. Riesce a trasmettere forti emozioni e a farci capire il valore della scuola e dei nostri ragazzi. La capacità di scrittura dell’autrice è più unica che rara, divorerete il libro in pochi giorni. Ve lo consiglio tanto.

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Elisa
Recensioni: 4/5

Piccolo gioiello della scuola superiore e del rapporto con gli insegnanti. Spassoso. leggermente.

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Voce della critica

In principio fu una pagina Facebook. Portami il diario lo conobbi così, grazie ad una mia sagace e ironica studentessa di 5^ (ciao Carlotta!) che lo scorso anno ne condivideva i post. Iniziai a leggerla. Mi piaceva questa collega (senza nome, perché allora era ancora nell’anonimato) che con sagacia e ironia dipingeva a volte con tenue pennellate naïf, altre con tutti i toni più dark e metallari e altre ancora a tinte decisamente fluo le classi dell’istituto in cui lavora. Ho iniziato “a seguirla” come si dice in gergo (che non vuol dire pedinarla!) e tante sono state le volte che avrei desiderato averla come collega: una con cui sganasciarsi di risate alla macchinetta alla “bevanda al gusto di”, con cui anche i consigli di classe più truci e i collegi docenti più noiosi sarebbero sembrati più leggeri. Badate bene gente, in realtà io ho delle colleghe così. Sono consapevole della mia fortuna. In ogni caso lei sarebbe stata molto bene nel gruppo!

Poi è arrivato Covid-19 e più o meno allora questa “ghostwriter”, creatrice di “Portami il diario” è venuta allo scoperto: Valentina Petri. Vedendo la foto di cotanta donna angelicata viene spontaneo domandarsi dove nasconda queste riserve di ironia! Poter dare un volto alle battute di spirito e alla penna che descriveva i personaggi delle storie narrate su Fb è stato grandioso, figuratevi leggere la notizia che Rizzoli avrebbe pubblicato il libro ispirato a “Portami il diario”, mantenendone tra l’altro il titolo. In trepidante attesa ho contato i giorni che mi separavano dal 19 maggio, continuando a leggere la pagina Fb e gli articoli che intanto Valentina pubblicava sulle più famose testate nazionali riguardo la Dad, l’Esame di Stato 2020, il rientro a scuola a settembre. Se prima la volevo come collega adesso la vorrei come Ministro dell’Istruzione!

Ed è così che la scuola grigia (come tutte le scuole, mi spiace dirlo ma è la verità) si colora con la 3^ Meccanici rinominata “Gangsta Paradise”, che incontriamo Tropposbatti e Piallato, che ci perdiamo dietro la storia d’amore tra il Kalos e Chioma di Fuoco, che rimandiamo in classe il Sarto di Panama, interroghiamo Cappuccino e ascoltiamo la canzone rap di Otello.

Ed è così che pensiamo al patema di dover andare in segreteria per parlare/chiedere/incontrare il collerico segretario Adriano, che sfuggiamo dalle lamentele del collega Rombo che mette note a presunte “galline che razzolano in classe”, che stringiamo amicizia con Mary Poppins e ce la svigniamo se per le scale c’è il collega detto il Ruvido, “Uno che quando distribuivano la simpatia era in coda con Lucius Malfoy”.

Ed è così che in ogni descrizione di Valentina Petri ti ritrovi a pensare che anche tu hai una collega così o hai incontrato un collega cosà, che gli studenti in fondo si somigliano tutti e in alcuni casi, quelli che ci sembrano più disperati, non dobbiamo gettare la spugna perché la Scuola non può smettere di cercare quella “chiave accessibile al bene che c’è in ognuno di noi”. Certo, l’ironia aiuta, l’ironia salverà i professori (in grado di produrla, usarla e capirla) dall’incanutimento, dall’esaurimento nervoso, dalla psoriasi, dalla dermatite atopica e chissà da cos’altro.

Non importa cosa insegni e dove lo insegni. Se sei un/un’insegnante la Scuola è una sola e di Piallato ne potrai incontrare un’infinità perché ce ne sono “uno, nessuno e centomila”.

Leggetelo perché la Scuola, così maltrattata o a volte descritta in maniera fin troppo edulcorata, qui è dipinta con lucida ironia che non copre i problemi (l’abbandono scolastico, la mancanza di dispositivi digitali, i fondi inesistenti o molto esigui, ad esempio) ma li evidenzia e li affronta in maniera propositiva. Leggetelo perché in questi tempi di Dad e in questo futuro incerto, sentir parlare di banchi, lavagne, gente che torna dal bagno col bicchiere del cappuccino, gente che prolunga l’intervallo per whatsapparsi con la fidanzata, gente che è un tutt’uno col banco, gente che si infila le cuffie sotto il cappuccio che neanche gli infiltrati della Polizia nel Cartello colombiano… sì, insomma, leggere queste avventure di quotidiana normalità fa bene al cuore di tutti. Fa bene al cuore degli insegnanti che ricordano com’era la Scuola fino a febbraio (che sembra passato un secolo), fa bene agli studenti (che rievoca le bravate fa sempre allegria). E diciamocelo, fa bene pure ai genitori che ritrovano tra queste pagine la speranza che, prima o poi, la Scuola si riprenderà tutti i suoi studenti. Per almeno mezza giornata.

 

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Conosci l'autore

Valentina Petri

Vive a Vercelli, dove insegna lettere all’istituto professionale Francis Lombardi. Dal 2017 condivide le sue storie di scuola sulla pagina Facebook Portami il diario. Portami il diario. La mia scuola e altri distrastri (Rizzoli, 2020) è il suo primo romanzo.

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