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Il titolo mi ha ingannato, memore di uno dei capolavoro di Stephen King pensavo trattasse argomenti più macabri, invece sono rimasto colpito da una storia comunque appassionante che parla di terrorismo e razzismo, purtroppo imperante in questi anni. Decisamente un ottimo "errore"
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla facilità di lettura di questo romanzo, che possiede i connotati (e la forza...) di un Thriller. In realtà, il richiamo a problematiche che ancora oggi,15 anni dopo la sua uscita, rimangono attuali, è fortissimo. (Era il 1999, e Larsson in qualche modo preannuncia la possibilità su larga scala di un attentato terroristico che poi, effettivamente, accadrà due anni dopo....)I temi principali cui si snoda il racconto sono il razzismo nei confronti degli immigrati nordafricani,la violenza delle frange estremiste, (Il contesto narrativo è quello di Parigi e di una Francia "intaccata" dagli ideali del Fronte Nazionale) ma anche la "scomoda posizione" delle donne all'interno di quei conflitti etnico-religiosi. Dove in alcuni episodi del libro si potrebbe pensare ad una sottile smagliatura nelle pur "spessa" trama del romanzo, presto ci si accorge che non si tratta di un richiamo dello scrittore volto all'ottenimento di un facile consenso commerciale, ma di elementi che devono, necessariamente, incastrarsi nel puzzle del messaggio finale che l'autore cerca di trasmetterci. I quattro o cinque capoversi finali del libro ne sono la riprova. Laddove ad una prima lettura ci appaiono quali un banalissimo epilogo, ad una successiva e più attenta rilettura si dimostrano in tutto e per tutto la vera chiave di lettura del romanzo....
Mi piace Larsson, mi piace come scrive, ma questo non mi è piaciuto. L'ambientazione, i personaggi, la storia in se forse poteva intrigare qualche anno fa, ma ora suona scontata e un po' patetica. Rimane la prosa e poco altro.
Recensioni
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Lo scrittore svedese Björn Larsson, molto apprezzato e conosciuto per i suoi libri di avventure marinaresche, torna con un avvincente thriller, pieno di novità. La prima sorpresa è l'ambientazione della storia. Abbandonate le distese marine che hanno fatto da sfondo ai precedenti successi (La vera storia del pirata Long John Silver, Il cerchio celtico, Il porto dei sogni incrociati), la vicenda di quest'ultimo romanzo si svolge nelle viscere della terra, precisamente nel sottosuolo parigino. Qui, in un'immane voragine celata agli occhi dei cittadini, non solo fervono i lavori per la costruzione di una nuova linea metropolitana ma si materializza anche lo scontro epocale tra Occidente e Islam, sotto forma di aspri ed eterni contrasti: tra i lavoratori francesi e algerini, tra l'egoismo e la generosità, tra la vita e la morte.
I protagonisti principali del romanzo, tutti impegnati nelle attività del cantiere, si confrontano in modo drammatico con il problema dell'intolleranza e con le sue tragiche conseguenze. Ahmed, uno dei tanti lavoratori immigrati dall'Algeria, dopo un passato di guerra nel suo paese natale, cerca di rifarsi una vita insieme alla figlia Fatima e alla moglie francese, Mirelle, che da sempre lotta per la difesa dei perseguitati e soprattutto delle donne che subiscono violenza per i fanatismi religiosi. Sostenuto dall'apertura e dalla generosità di Georges ma minacciato dall'odio e dal desiderio di vendetta del razzista Alain, Ahmed viene coinvolto dal fondamentalista islamico Rachid nel progetto di un disastroso attentato. In un crescendo di tensione e colpi di scena, l'uomo si troverà solo di fronte a una drammatica scelta
Scritto nel 1999, L'occhio del male non è solo un giallo ricco di suspense, ma anche un libro "profetico", che ha anticipato fatti e tematiche di drammatica attualità indagandone i sottili meccanismi. Con grande capacità di analisi ed estremo realismo, Björn Larsson si avventura negli abissi terrestri per indagare il lato più oscuro e nascosto della natura umana. E' spinto in questa sua ricerca dal suo consueto bisogno di verità e dalla speranza in una vita migliore, ispirata alla tolleranza, alla libertà reciproca, alla convivenza pacifica, al rispetto per il "diverso" da sé.
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