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Non spargere lacrime per chiunque viva in queste strade - Patricio Pron - copertina
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Non spargere lacrime per chiunque viva in queste strade
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Descrizione


Italia 1945: il Congresso degli Scrittori Fascisti, voluto dalla Repubblica di Salò, si tenne nell'aprile di quell'anno a Pinerolo, ma dei tre giorni previsti ne durò soltanto uno. Trent'anni dopo, quattro scrittori futuristi sopravvissuti a quell'evento sono chiamati a ricordare. Tra lucida ironia e disincanto, ripercorrono la parabola di un movimento che avrebbe dovuto rappresentare l'arte del fascismo al potere e sprofondò con esso, e rievocano la figura di Luca Borrello, autore minore di un'opera invisibile la cui morte portò alla fine anticipata del congresso. Ed è proprio quella morte misteriosa a innescare un racconto che attraversa alcuni momenti chiave della storia italiana. Chi era Borrello e in cosa credeva? Come si intreccia la sua vita a quella di un partigiano? E che legame c'è tra quest'ultimo e l'uomo che trentanni dopo intervista coloro che parteciparono al congresso? Romanzo poliedrico narrato a più voci, il primo di Patricio Pron ambientato in Italia, "Non spargere lacrime per chiunque viva in queste strade" è un'indagine su storia e arte, violenza e avanguardia. Un racconto su come a metà del XX secolo la letteratura si trasformò in politica e la politica in delitto.
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Dettagli

2018
3 maggio 2018
344 p., Brossura
9788895492506

Voce della critica

Il romanzo “italiano” di Pron fra arte, politica e violenza

E poi arriva un argentino, adottato dalla Spagna, Patricio Pron, e con una specie di inchiesta sulla morte – incidente? suicidio? omicidio? – di uno scrittore, Luca Borrello, la cui produzione letteraria è andata perduta, si mette a spiegare pezzi della storia italiana, con sguardo acuto, e soprattutto, a fissare l’attenzione sui rapporti tra arte e violenza, a ragionare su di essi, in particolare su come la letteratura possa diventare politica e la politica farsi crimine.

Argentino di casa in Europa
Poco più che quarantenne, l’argentino Patricio Pron è scrittore di lungo corso, s’è trasferito molto giovane in Europa, dapprima in Germania, dove si è laureato in filologia romanza, poi a Madrid, dove traduce e scrive, non solo libri, ma anche articoli per riviste culturali. Il suo primo libro tradotto in Italia si deve a Guanda, Lo spirito dei miei padri si innalza nella pioggia era un’indagine sul passato proprio e dell’Argentina della dittatura. Ed è anche un’indagine, in forma romanzesca, il suo volume più recente, portato in libreria, grazie alla traduzione di Francesca Lazzarato, dalle audaci edizioni Gran Via, Non spargere lacrime per chiunque viva in queste strade (344 pagine, 17 euro).

Dagli anni Trenta-Quaranta ai giorni nostri. Fra Torino e dintorni, Perugia, Roma e Milano. Queste sono le coordinate spazio-temporali del romanzo di Pron, che ne ha scritto gran parte proprio in Umbria. Con grande fantasia l’autore argentino intreccia due snodi narrativi, storie di perdenti, quella dei Linden, una famiglia italiana (il nipote, che vive nel presente, a Milano, frequenta movimenti antagonisti e centri sociali, battendosi contro certe riforme del mondo del lavoro; il padre ha fatto parte, in modo non ortodosso, delle brigate rosse, a Roma, ai tempi del rapimento di Aldo Moro; il nonno ha partecipato alla Resistenza), e quelle di un ipotetico Congresso degli scrittori fascisti, a Pinerolo nell’aprile 1945 (interrotto al secondo dei quattro giorni previsti, per la morte improvvisa di Borrello), e di un gruppo di scrittori futuristi perugini, al tramonto del fascismo. Questi i poli del racconto, che oscilla tra verità e menzogna, letteratura e politica; chiaramente, l’orizzonte storico e storiografico c’entra relativamente, è un pretesto: a chi ha scritto e a chi ha letto (o leggerà) questo romanzo interessano di più le relazioni tra memoria, storia e finzione, a cominciare dalle primissime pagine, un prologo ambientato alla fine degli anni Settanta, ovvero dalle parole di quattro possibili testimoni, quattro scrittori futuristi, sulla scomparsa di Luca Borrello. È il brigatista Pietro o Peter Linden a intervistare i sopravvissuti del Congresso per capire il nesso tra suo padre Francesco, partigiano, e Luca Borrello…

Rischia di sconfinare sul terreno del gioco metaletterario fine a se stesso, quest’opera di Pron. Non spargere lacrime per chiunque viva in queste strade però va per la sua strada molto più che dignitosamente. La prosa è sofisticata, la maturità stilistica evidente, il risultato è intenso, complesso. La letteratura, intesa come la più politica delle arti, si interroga concretamente sulla vita, su ciò che è vero, su ciò che non lo è, sulle imperscrutabili relazioni fra genitori e figli.

Recensione di Giovanni Leti

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