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Una scrittura elegante e profonda, ormai persa dai moderni scrittori con il loro stile arido e immediato. Pagine di storia tragica che sorpassa le fazioni in lotta ma riscopre l'uomo e la sua umanità.
Per chi, come me, vive sugli altipiani cimbri, il romanzo di Leo Wolf consente di scoprire delle pagine di storia locale non note, che non possono che affascinare qualsiasi lettore. Splendida la ricostruzione storica dei fatti e altrettanto splendido il richiamo alla nostra terra. Un romanzo avvincente e struggente allo stesso tempo con pagine veramente toccanti. Averlo potuto leggere nella quiete del nostro meraviglioso altopiano mi ha permesso di considerare questo libro come una cosa che mi appartiene. Da leggere. Complimenti vivissimi all'autore.
Alla fine della lettura mi sono sentita arricchita. E' la sensazione di aver riempito qualcosa, come se fossi andata ad attingere acqua ad un pozzo, forse perché in qualche modo l'autore fa parlare qualcosa di assoluto che va al di là dei personaggi effettivi, che sono quasi un "tramite" della voce di una natura che è in tutti. Devo confessare che l'ultimo capitolo mi ha commossa, tanto che ho dovuto interrompere la lettura perché, trovandomi sull'autobus, volevo evitare una situazione imbarazzante! Mi è piaciuto il racconto, mi sono piaciuti molto la ricostruzione della guerra quotidiana sugli Altipiani e lo sgomento di un popolo di fronte alla caduta di un simbolo, un modo di vivere. Ci sono sempre un forte senso di comunione con il Tutto e il contatto con ciò che non è direttamente visibile, che condivido e che è bellissimo "sentire" nelle pagine di un romanzo contemporaneo (non basta scriverne, un autore deve sentire certe cose per poterle comunicare, secondo me). C'è spazio, aria, capacità di evadere dalla ristrettezza degli orizzonti che ci vengono imposti o che ci costruiamo e di scorgere oltre.
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