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Modi incompiuti di morire - André Timm - copertina
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Modi incompiuti di morire - André Timm - copertina

Descrizione


Santiago ha 13 anni. Va a scuola, pratica sport, ha due cari amici, un primo amore, ma non è un ragazzo come gli altri. Il suo corpo sembra non obbedirgli più. Da un po' di tempo si addormenta di colpo nelle situazioni più disparate, senza un apparente motivo. In quei momenti, fa dei sogni incredibilmente vividi e angoscianti, in cui realtà e allucinazione si mescolano, sovrapponendosi a quanto sta effettivamente accadendo. Non sono altro che modi incompiuti di morire. Con il tempo, la sua condizione inizierà a mostrare la sua vera natura e a richiedere un tributo. Ben presto Santiago scoprirà di non essere più libero di piangere, ridere, avere paura, innamorarsi senza scatenare una crisi e che esiste una parola per definire ciò che gli sta accadendo. Attraverso l'insolito ricorso alla seconda persona che proietta direttamente il lettore nel mondo di Santiago, "Modi incompiuti di morire" frammenta il flusso della narrazione con sogni, note cliniche e salti temporali che costruiscono la trama pezzo dopo pezzo, come fosse il modellino di una nave alla deriva.
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Dettagli

2019
9 maggio 2019
128 p., Brossura
9788899321239

Voce della critica

«E così, pur non essendo conscio della diagnosi, in attesa del verdetto del medico, visto che devi ancora incontrarlo, inizi ad intuire che, contro la tua volontà, soffrirai di episodi di sonno incontrollabile, indipendentemente dall’ora e dal luogo. Soffrirai della perdita totale di riflessi del corpo e di allucinazioni terribili che non sono sogni, né veglie, bensì un punto intermedio tra i due. Inizi a comprendere in modo inconscio che, a partire da adesso, sarai questa persona».

Questo è un passo del romanzo Modi incompiuti di morire (128 pagine, 14 euro) del brasiliano Andrè Timm, libro finalista al premio São Paulo de Literatura del 2017, tradotto dal portoghese all’italiano da Giacomo Falconi per Tuga Edizioni. Un esordio eccellente e molto originale di questo scrittore “gaúcho” (originario dello stato di Rio Grande do Sul) che ha scelto di usare la seconda persona singolare quale voce narrante di questa toccante vicenda.

Quel “tu” a cui la voce si rivolge è Santiago, un tredicenne che nella prima parte del romanzo vaga per «quella zona nebulosa in cui non sei più esattamente quello che eri, ma allo stesso tempo non sei pienamente ciò che puoi essere», più comunemente nota come adolescenza.

La vita di Santiago potrebbe essere delle più comuni: giornate suddivise tra scuola e famiglia, gli amici di sempre (Agnes e Lupi), il primo amore di nome Valerie. Ma questa è un’esistenza che rimane solo in potenziale perché improvvisi attacchi di sonno iniziano a destabilizzare i suoi rapporti sociali. Momenti di innocua stanchezza, sottovalutati sia dai genitori che dagli insegnanti, si confermano i sintomi di una grave forma di narcolessia che provoca improvvisi e involontari attacchi di sonno, episodi di paralisi e allucinazioni. La causa scatenante della narcolessia viene ricondotta al manifestarsi un’emozione intensa che induce il corpo di Santiago ad un autospegnimento.

La cura? Una vita priva di emozioni, se solo fosse possibile vivere in costante apatia. Nella seconda parte del romanzo Santiago, ormai adulto, ha imparato a convivere con la malattia e a sviluppare un affinato senso di distacco dal mondo, assistito dalla fedele amica Agnes e dal cane Morfeo, gli unici esseri viventi con i quali intrattiene dei rapporti sociali. Un tragico evento che ha sconvolto la sua adolescenza, e di cui si ritiene responsabile, lo perseguita con incubi e allucinazioni che acuiscono i sintomi della malattia. Da quel fatidico momento Santiago sa che ogni sua crisi «sarà un modo incompiuto di morire. E ogni resurrezione la punizione di portare sulla coscienza il peso assurdo che nessun adolescente dovrebbe mai portare».

Mentre il protagonista si trova incastrato in una vita da adulto codardo “fondata sul fardello della colpa”, Valerie si presenta alla porta di casa dopo anni di silenzio, a vent’anni da quella lettera lasciata di fretta nella cassetta della posta e con la quale annunciava a Santiago la sua partenza senza tuttavia indicarne i motivi. Il ritorno di Valerie segna una nuova fase nella vita di Santiago, che ora è deciso a riscattarsi e indagare su un passato che nasconde un segreto doloroso.

Con una narrazione che alterna esperienze oniriche e realtà, Andrè Timm sfoggia un linguaggio insolito e frammentato, dove note cliniche e bizzarri punti elenchi spezzano il ritmo della storia, che diventa frenetico, avvicinando il lettore al mondo interiore di Santiago e alla sua vita dissociata. Particolarmente azzeccata la scelta di utilizzare la seconda persona singolare per mostrare il

distacco tra il protagonista e gli eventi che segnano la sua esistenza proprio nel momento delicato dell’adolescenza, che dovrebbe gettare le basi della propria identità e non contribuire al suo annullamento.

Modi incompiuti di morire è un romanzo toccante e commovente, ben scritto e originalissimo che vuole raccontare il decorso di una malattia poco conosciuta, ma estremamente invalidante, e la forza di un ragazzo che decide di avere fiducia nell’amicizia e di trovare un senso alla propria esistenza. Un senso che, forse, risiede proprio nelle nostre emozioni. Il finale inaspettato, vero,

profondo, tremendo ma rincuorante del romanzo di Timm trasmette speranza e assoluzione: gli occhi di Santiago si chiudono, il suo corpo è al sicuro e cullato dalle onde e le sue emozioni fluttuano come anime perdute «nesta corrente eléctrica do mar». (Manuel Guerra Junqueiro).

Recensione di Silvia Gasparoni

 

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