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Malacarne - Giosuè Calaciura - copertina
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Malacarne - Giosuè Calaciura - copertina
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Descrizione


In "Malacarne", romanzo d'esordio di Giosuè Calaciura, la mafia diventa un'acrobazia, un quadro di stucchi e perline, una messa in scena sanguinante e aberrante che, spesso, non è altro che lo sfondo della nostra "normalità" italiana. Un assassino e un giudice. Una città in bilico. È il palcoscenico dei tradimenti e dei regolamenti di conti mafiosi, esecuzioni, stragi. Sembra di riconoscere profili noti, le cronache dure dell'attualità, la memoria offesa di Cosa Nostra. Ma non è un romanzo sulla mafia. È il teatro della realtà siciliana alla maniera di Vittorini, crudelissima come le favole, tra vicoli e mercati, carceri e tribunali, fantasmi, morti risuscitati e vivi in attesa di sepoltura, pentiti che confessano (o si confessano) con un linguaggio gonfio e visionario, con la forza evocatrice e arcaica dei simboli e dei miti, l'ovvietà della cronaca, le suggestioni e i prodigi della fantascienza.
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Dettagli

2015
Tascabile
22 aprile 2015
157 p., Brossura
9788868527884

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LUIGI
Recensioni: 3/5

Fluviale monologo di un mafioso siciliano rivolto ad un giudice: scorre la storia della mafia, della Sicilia e dei Siciliani. Un dettagliato susseguirsi di evoluzioni e involuzioni della mafia , raccontata in prima persona da una voce che incarna tutti gradini della gerarchia e tutte le vite coinvolte in quell'universo. Interessante e importante, ma un po' faticoso da portare in fondo.

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giorgio g
Recensioni: 4/5

È un un libro sulla pervasività della mafia, sotto forma di confessione di un mafioso davanti ad un giudice, anche se non ho capito il linguaggio. I mafiosi parlano un misto di siciliano e di italiano (simile al linguaggio di Camilleri), mentre qui si esprimono in un italiano abbastanza ricercato, ma lo stile è veramente asfissiante come in “l'unica collina a frane di servizio” e “dobbiamo cenare giapponese parlando francese nelle nostre scarpe inglesi”. Sono evocati i tempi dello spaccio della droga, la “mattanza grande”, il carcere, il connubio con le autorità, fino ad arrivare dove non è consentito arrivare, su tutto l’eterno proverbio siciliano “chi nasce tondo non può morire quadrato”. Una lettura un po’ pesante, per le ragioni dette prima, ma sempre interessante.

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liberandoci
Recensioni: 4/5

Un libro che parla di mafia può non nominarla mai? È possile parlare dei mafiosi senza deificarli e senza bestializzarli di modo che noi ci sentiamo noi i belli e loro i brutti? Malacarne è questo e tanto altro. In un lungo monologo, Giosuè Calaciura ci avvolge nella cruda realtà del mondo mafioso, fatto di ricchezza e di nascondimento, di potere e di paura di morire. Minimo comune denominatore è la violenza, vera trama di questo monologo, che sporca tutte le pagine del libro. Banalizzata, ignorata, esaltata, ricercata: la violenza avvolge tutto e tutti in un vortice di morte. È un testo difficile, che colpisce allo stomaco e fa riflettere. Una scrittura superba, per un autore davvero dotato, anche se per i più potrebbe risultare tanto difficile da sembrare noioso.

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