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Recensioni La libraia clandestina

La libraia clandestina di Ines Thorn
Recensioni: 3/5

Francoforte, 1946. La giovane Christa è cresciuta tra gli scaffali della libreria di famiglia gestita da suo zio Martin. La sua passione per i libri e la letteratura non si è mai affievolita, neppure durante la guerra, quando la libreria ha chiuso le sue porte a seguito della deportazione di Martin, accusato di vendere libri proibiti. Ora che la guerra è finita lo zio, sopravvissuto ai campi di concentramento, riapre il negozio, e Christa non solo può riprendere le sue amate letture, ma può coronare il suo sogno di iscriversi all'Università per studiare letteratura. Ma proprio quando tutto sembra volgere al meglio, nuovi problemi famigliari, come l'arresto inaspettato di Martin per omosessualità, costringono Christa a rinunciare alla sua grande aspirazione e a occuparsi in prima persona della libreria. Superata l'iniziale delusione, tuttavia, quel sogno infranto si trasforma per lei in un'occasione preziosa per organizzare seminari letterari, circoli di lettura e presentazioni di libri, dando vita al dibattito culturale che ha sempre sognato. In quel luogo, Christa sente di aver trovato finalmente il proprio posto, e forse anche l'uomo della sua vita. Ma le ferite della guerra non si sono ancora rimarginate, e la giovane libraia dovrà usare tutta la sua determinazione per proteggere la libreria e la propria felicità... Attraverso la storia di Christa e della sua libreria, Ines Thorn ci mostra come i libri e la cultura siano strumenti imprescindibili per costruire idee, aprire orizzonti e coltivare la libertà.

«E questo cos'è?» chiese il funzionario del Reich.
«Le "Liriche d'amore" di bertolt Brecht», rispose Martin.
«Spazzatura, ecco cos'è! Lei non riuscirà a scamparla. Vi farò chiudere i battenti.»
Christa scoppiò a piangere. «È colpa mia! Sono stata io a far cadere il libro dietro lo scaffale.»
Martin le si avvicinò e le parlò con dolcezza. «Non è colpa tua, piccola. Non sei stata tu a portare il libro in negozio. Non preoccuparti.»
Tre giorni dopo Martin Schwertfeger fu prelevato dalla Gestapo e incriminato per diffusione di letteratura nociva e sentimenti antitedeschi.

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