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Eredità - Vigdis Hjorth - copertina
Eredità - Vigdis Hjorth - 2
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Eredità

Descrizione


Quattro fratelli. Due case a picco sul Mare del Nord. Un dramma familiare sepolto nel silenzio da decenni.

«Hjorth svela i segreti poco a poco con una precisione degna di Ibsen: la suspense si mantiene alta fino all'ultima pagina»Aftenposten

«La più grande storia letteraria scandinava degli ultimi vent'anni»The New Yorker

«"Eredità" è un romanzo che si legge in maniera compulsiva e che trasforma gli interrogativi sulla vergogna in armi contro il silenzio»The Paris Review

«In questo romanzo spietato e costruito con molta pazienza, Hjorth fa qualcosa che pochi scrittori sono in grado di fare: "Eredità" è al tempo stesso conciso e travolgente»Financial Times

Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l'eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bård e Bergljot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bård vive questo gesto come un'ultima ingiustizia, Bergljot aveva già messo una croce sull'idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitré anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bård e Bergljot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bård e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell'eredità sarà l'occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i familiari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l'eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l'indicibile. Premiato dai librai norvegesi come miglior libro dell'anno, in vetta alle classifiche di vendita per mesi, osannato dalla critica internazionale, Eredità è il romanzo con cui la norvegese Vigdis Hjorth ha raggiunto la fama mondiale. Lirica riflessione sul trauma e sulla memoria, è al tempo stesso il furioso racconto della lotta di una donna per la sopravvivenza.

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Dettagli

2020
21 maggio 2020
400 p.
9788893254595

Valutazioni e recensioni

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Fabio76
Recensioni: 3/5
Si e no

Le tre stelle sono la media del giudizio di tre aspetti: 5 per la tematica, 3 per la scrittura, 1 per la ripetitività. Un libro dal giudizio ambivalente. Bella e delicata la tematica, senza dubbio. Buona la scrittura anche se... Il tema portante è subito esposto e intuibile sin dall'inizio, poi palese già a metà e quindi risulta forse troppo lungo per esprimere un solo concetto che appare dunque ripetuto più volte per troppe pagine. Con 200 pagine (la metà del testo) si poteva asciugare meglio la storia.

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Ant
Recensioni: 5/5

Da recuperare

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Gabriele Della Torre
Recensioni: 4/5

Affrontare la realtà può essere difficile.

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Voce della critica

Possiamo davvero esistere al di là della nostra famiglia o siamo l’inevitabile conseguenza di ciò che ci viene fatto durante l’infanzia?
Questa e altre domande vengono sollevate dalle pagine di Eredità, il romanzo con cui la scrittrice norvegese Vigdis Hjorth ha raggiunto la fama mondiale, ora nelle librerie italiane per Fazi Editore nella traduzione di Margherita Podestà HeirBergljot, protagonista e voce narrante, con la sua famiglia ha tagliato i ponti da più di vent’anni, da quando i suoi genitori e le sue sorelle hanno rifiutato di accettare l’orribile trauma da lei subito da bambina ed emerso durante le sue sedute di psicoterapia. L’unico che, forse, le crede è suo fratello Bård: anche lui ha un ricordo della prima infanzia tutt’altro che idilliaco. Le due sorelle minori, invece, Astrid e Åsa, sono saldamente legate alla versione dei genitori: solo Astrid cerca di mantenere una posizione di mediazione, ed è tramite lei che Bergljot sa quello che succede alla sua famiglia.

L’ordine delle cose viene spezzato da una diatriba sull’eredità: il testamento dei genitori prevede che i quattro figli, nonostante tutto, ereditino in parti uguali alla loro morte – forse per generosità, forse in modo da placare un persistente senso di colpa. Le due case di famiglia al mare, però, vengono cedute alle due figlie minori ad un prezzo molto inferiore a quello di mercato: questo istiga Bård a cominciare una battaglia che metterà inevitabilmente Bergljot e il resto della famiglia davanti ai nodi irrisolti e irrisolvibili del passato.

Al di là della trama, quindi del cosa succede in senso stretto, Eredità analizza minuziosamente dinamiche famigliari in cui, nonostante la situazione di Bergljot sia estrema, tutti possono riconoscersi: le litigate più meschine, la durezza più ingiustificabile sono qui sviscerate in maniera precisa e impietosa. Particolarmente ben costruito è il personaggio di Astrid, la sorella che cerca di far da voce della ragione e in cui, almeno all’inizio del romanzo, è facile identificarsi.

Astrid e Bergljot comunicano per email: ogni parola di Astrid è soppesata e ragionevole, mentre le parole di Bergljot sono spesso irose e impulsive. Astrid si comporta come ci sia aspetta che faccia un adulto razionale, è pronta a mediare e giustificare ambo le parti, mentre il modo di agire di Bergljot e Bård è spietato e assoluto. Man mano che la vicenda prende forma, però, risulta evidente che il metodo di Astrid non può funzionare proprio perché il dramma dei suoi fratelli è ancorato all’infanzia e non c’è un modo per assumere una posizione intermedia a riguardo: bisogna scegliere. Bergljot stessa, in più punti, soffre perché non riesce ancora a pensarsi adulta, perché si sogna bambina e deve continuamente dimostrare a se stessa di essere cresciuta.

La riconciliazione implorata a Bergljot è compito delle donne: sono le sorelle a fare da intermediarie, la madre, fragile e opportunista, a fomentare una rete di sensi di colpa; perché proteggere e perdonare pare essere un ruolo esclusivamente femminile. Di certo non è richiesto uno sforzo al padre, unico vero polo oppositore della protagonista, che rimane granitico nelle sue posizioni e dal quale la protagonista non si aspetta alcun passo in avanti. Le altre donne della famiglia si affannano intorno all’uomo, alle sue presunte verità e bugie, e cercano di preservarne l’immagine di marito e padre esemplare come la più sacra delle reliquie.

Nostro padre amava nostra madre a tal punto e in modo così impulsivo da volerla possedere, dominare e controllare. E perlopiù ci riusciva, ma non poteva sapere ciò che lei provava dentro di sé, e per nostro padre era terribile non poter controllare al cento per cento la sfera più intima di nostra madre. […] Se non si fosse sottomessa a lui al cento per cento, mia madre avrebbe dovuto pagare per il gelo che la madre di mio padre aveva mostrato, e fu questo che mia madre cercò di fare. Non aveva scelta, ma mio padre non poteva mai essere al sicuro, non poteva mai essere certo che non fosse rimasto qualche residuo, uno zero virgola cinque per cento di riserve nei suoi confronti da parte di mia madre, e questa cosa gli risultava insopportabile, dentro di sé mio padre odiava mia madre e tutte le donne, perché si sottraevano al suo controllo totale e perché lui aveva così tanto bisogno di loro. Povero papà. [p. 156]

Freud, Jung e la psicanalisi sono fortemente presenti nella vita di Bergljot, sia per l’impatto che la terapia ha avuto sulla sua persona, sia nella chiave di lettura che applica ai comportamenti della sua famiglia. I momenti onirici si alternano alle parti raccontate e sono costruiti sapientemente, con le atmosfere tipicamente confuse del sogno ma con eloquenti dettagli che collocano tali immagini nel contesto più ampio della narrazione.

Ma è davvero così importante riconciliarsi con una famiglia che sembra così in equilibrio senza di noi, solo perché di famiglia si tratta? Se in Eredità i legami di sangue sono nel migliore dei casi inconsistenti e nel peggiore fonte di dolore, le amicizie sono invece un’ancora di salvezza, l’unica certezza di confronto con un altro empatico e presente.

Il romanzo di Vigdis Hjorth è doloroso e senza pietà, non offre dunque vie di fuga e comode chiusure; ma sottolinea con forza la necessità di scegliere se stessi, di inventarsi e costruirsi al di là del destino che ci capita in sorte.

Recensione di Loreta Minutilli

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Conosci l'autore

Vigdis Hjorth

1959, Oslo

Nata a Oslo nel 1959, è una delle scrittrici norvegesi più conosciute e stimate. Ha esordito nel 1983 con Pelle-Ragnar i den gule gården, grazie al quale il Ministero della Cultura norvegese le ha attribuito il premio per il miglior romanzo d’esordio. Ha pubblicato più di trenta libri, fra cui una ventina di romanzi, conquistando i premi letterari più svariati. Eredità, vincitore del Norwegian Booksellers’ Prize e del Norwegian Critics Prize for Literature – i due principali riconoscimenti norvegesi –, è il romanzo con cui ha ottenuto la fama internazionale, rientrando nella rosa dei finalisti del National Book Award for Translated Literature nel 2019. Tra le sue pubblicazioni in Italia: Eredità (Fazi,...

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