Dimmi la verità tutta la verità

Il libro presenta capitoli dal punto di vista di Kathy e dal punto di vista di Heja, alternandosi. Conosciamo Kathy, una donna apparentemente felice, con un bellissimo bambino, che ha appena avuto una promozione che ha sempre desiderato. Heja invece è ambiziosa, prova invidia per Kathy e cerca in diversi modi di metterla in difficoltà. Mentre Kathy a volte è insicura e ha paura di fallire, al lavoro o come moglie, Heja sembra sempre sicura di se stessa, del suo piano e delle sue azioni, crede che solo lei è quella giusta per quel lavoro, o persino per quel uomo. Dopo alcuni capitoli Heja secondo me diventa fuori controllo, è come una stalker, apparentemente molto fredda a riservata, ma in realtà una persona con un piano diabolico che mette in atto per raggiungere i suoi scopi. In alcuni punti sembra anche infantile, oltre che folle, i suoi pensieri passano: piano calcolato nei minimi dettagli a considerazioni quasi da bambini sul vestito che non sta bene a Kathy, sul fatto che suda troppo, che è sempre abitudinaria, come se Heja passasse da un opposto all’altro. Kathy invece non si rende conto di nulla, non capisce perchè Heja sia così fredda, così distaccata, non si rende conto dei piani diabolici fino a quando questi non vengono portati a galla completamente. Il libro è interessante, soprattutto per capire il pensiero e il comportamento di Heja perchè anche se la protagonista è Kathy, Heja ruba il suo posto all’attenzione del lettore diverse volte. L’alternarsi dei punti di vista tiene alta l’attenzione del lettore, ma i pensieri delle due spesso sono lineari e il tutto non lascia spazio a troppo suspense, per quanto il lettore si chieda: cosa faranno? Inoltre il libro è scorrevole, si legge facilmente e velocemente, uno stile non complesso.