La notte di fuoco

Si potrebbe anche intendere che, anche se in apparenza una persona si perde, e crede disperatamente di essere sola, c’è sempre il “creato tutto” che gli fa compagnia. E soprattutto che chiama il cuore dell’uomo, e lo invita, alla conversione (cioè di “aprire gli occhi”) , e di riconoscere il vero significato della vita. Cinico ed arido nelle prime fasi, si rivela intimamente toccante e spirituale nel finale. Mistico e mitico.

Durante una tappa di un viaggio nel deserto del Sahara, Eric si perde e si ritrova solo, senza cibo nè acqua e senza adeguata copertura per affrontare il freddo della notte. Teme di morire e invece vive un’esperienza mistica, una sensazione di luce e calore intensi, la rivelazione di qualcosa di potente che va oltre l’orizzonte umano e che Eric identifica con Dio. Il libro racconta le esperienze vissute, le sorprese dei viaggiatori, le scomodità dei bivacchi, le meraviglie della natura. Le descrizioni sono così vivide che riesci a immaginarti la scena e a sentirti parte di essa. Partecipi persino alla conversione del giovane scrittore. Ogni singola frase si insinua nel cuore e fa uscire domande e riflessioni. Come l’autore ti rendi conto che sei un puntino nell’universo infinito eppure sei infinitamente grande solo perchè destinatario dell’amore di Dio. Capisci che tutto ha un significato anche se non lo comprendi e “il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano.” “La notte di fuoco” non è un semplice racconto autobiografico. E' un viaggio che dura una vita. Pagina dopo pagina, Infatti, emerge una grande verità: solo un’apertura all’imprevisto e l’abbandono dell’illusione di sapere già tutto, permette all’eccezionale di manifestarsi. E questo capita ogni giorno. Sta a noi riconoscerlo.

È una storia vera, avvenuta nel febbraio del 1989. Eric-Emmanuel Schmitt, giovanissimo scrittore, non ha ancora trent’anni e con un gruppo di escursionisti è pronto a partire da Tamanrasset, Algeria, per una spedizione di dieci giorni a piedi nel cuore del deserto del Sahara. Dieci europei, un tuareg e tre dromedari, non si tratta di turisti qualunque: un regista, un astronomo, un geologo… Schmitt, con la sua irresistibile prosa, sa parlare di ogni tema con semplicità e qui arriva a rapportarsi con Dio. Lettura piacevole e pregna di spunti di riflessione