La casa degli scambi

Romanzo di eccellente fattura che commistiona sapientemente un'indagine da giallo classico (in stile "whodunnit" ) con un'atmosfera horror, connessa ai locali riti di macumba e capoeira. Lo scrittore, filologo all'Università di Rio de Janeiro, dove si svolge l'azione, fornisce inoltre gustosi e dotti (ma mai noiosi) incisi su reali fatti di stregoneria, delitti e quant'altro si siano svolti nei vari luoghi che vengono visitati dal detective protagonista, come una sorta di pop-up letterari che si aprono sulla mappa dell'indagine a mano a mano che vi si arriva. Anche la parte erotica - sebbene più limitata e funzionale alla storia, rispetto all'apparentemente più onnicomprensivo sottotitolo di copertina - è descritta con originalità e ritmi da suspance al tempo stesso, tale da alternare con verve siffatto aspetto ai predetti intermezzi storici ed alla fine indagine poliziesca nel suo complesso.

Peccato, operazione non riuscita. L'autore tenta di mescolare una storia noir (di per sé anche intrigante e ben costruita), con un excursus storico-aneddotico sul Brasile. Gli ingredienti sono giusti, lo stile è fluido, ma il mix produce un qualcosa che alla fine non è né carne né pesce, con il lettore che, ansioso, di seguire il plot centrale corre il rischio di perdere il filo e soffre le divagazioni storico-mitologiche che non vengono apprezzate come meriterebbero.

Il romanzo di Mussa possiede caratteristiche inedite che ne rendono difficile la collocazione in una personale biblioteca che un lettore si possa portare nella propria mente, come il Sinologo emerito protagonista di Auto da fé di Canetti. Il titolo, di primo acchitto, lascerebbe pensare che si tratti di una vicenda erotico-libertina, ma sin dall'incipit appare chiaro che la vicenda si dipanerà seguendo il filone dell'indagine poliziesca, svolta applicando alcune metodologie moderne. Tuttavia - man mano che si procede nella lettura - il racconto si fa poliedrico e rutilante, poiché cominciano ad intersecarsi elementi di sessuologia applicata che discendono dalle ricerche di Miroslav Zmuda, il medico polacco - per alcuni versi emulo di Freud, per altri originale pensatore - che ha dato vita alla rinomata e singolare "casa degli scambi" (a metà tra Centro di Sessuologia, bordello e luogo di incontro per coppie licenziose) per poter condurre liberamente le sue osservazioni in merito al comportamento sessuale umano e poter così corroborare le sue più originali teorie; ma è anche trattato di storia di fondazione d'una città (Rio de Janeiro) e minuziosa discussione su alcuni dei suoi toponimi e relativi miti, più o meno fantasiosi; infine, contiene incursioni più o meno ardite nel complesso mondo di credenze e pratiche magiche tipiche della cultura meticcia brasiliana, dovuta all'impianto d'un bagaglio di superstizioni di origine africana sull'animismo preesistente nei nativi brasiliani con contaminazioni provenienti dalla successiva cristianizzazione. Le incursioni di Mussa provocano nel lettore un senso di vertigine e non tutto si riesce a seguire e a comprendere. Per poterlo fare occorrerebbe essere in possesso d'una cultura antropologica ed etnografica veramente sterminata: per quanto possa essere un po' d'aiuto il dizionarietto dei termini più inusuali che ricorrono nel testo. Pur disorientati si va avanti nella lettura, spinti da una borgesiana meraviglia.