Delitto alle Olimpiadi. Un'indagine del commissario Attila

Marinella Paris, affascinante ostacolista della nazionale italiana in procinto di partire x le Olimpiadi di Londra, è trovata uccisa sulla spiaggia di Ostia, nuda, la testa fracassata. Incaricata delle indagini è la squadra, specializzata in crimini sportivi, di Igor Attila, ex pugile medaglia d’argento alle Olimpiadi di Seoul. Sulle orme di Rocco Schiavone di Manzini, i poliziotti della fantomatica squadra di Attila non si fanno mancare nulla: gioco d’azzardo, scommesse clandestine e truccate, raccomandazioni, doping, corse in moto a velocità criminale. La storia è del tutto inattendibile: Igor e i suoi uomini sono privi di esperienza, sono una raccolta di piccoli delinquenti impuniti, e non hanno nemmeno indizi su cui lavorare. Loro unica referenza, un passato da sportivi professionisti. Foschi vorrebbe inventare trovate spiritose, ma sono solo volgari, razziste e sessiste; utilizza il racconto x lanciare velenose quanto banali frecciate populiste su tutte le istituzioni. Igor è uno stupido ossessionato dalla forma fisica che trascorre le giornate lavorative davanti a un maxischermo TV guardando canali sportivi; canticchia canzoni e, naturalmente, è tormentato da ambasce amorose per l’ex Titta. Il tema del doping nello sport è interessante ma trattato in modo superficiale: se una pastiglia trasformasse chiunque in un campione, quasi tutti gli atleti la prenderebbero. Foschi, da giornalista, s’ispira a fatti reali opportunamente modificati, ma la sua acredine polemica rende sgradevole la lettura. I dialoghi con il PM, con il medico legale, le osservazioni sulla cucina inglese sono di una banalità insopportabile. Il tormentone delle canzoni, una x ogni occasione, e l’ossessione per Titta sono esasperanti; la villania sembra un dovere x tutti i protagonisti. Ricalcare un personaggio di successo come Rocco Schiavone esasperandone le caratteristiche non è un’idea felice: il confronto può essere impietoso. Il finale è assurdo, x non dire ridicolo.

Per quanto i personaggi possano sembrare un po' troppo stereotipati e il commissario Attila un po' troppo egocentrico, il giallo in questione si dimostra una bella scoperta: assai piacevole da leggere sotto l'ombrellone, senza troppe pretese e ben documentato. Si vede che dietro c'è la mano di un giornalista sportivo di "medio-lungo corso".

Ho scoperto casualmente in libreria il volume con la terza indagine del Commissario Igor Attila, l'ho letto con enorme piacere e mi sono subito procurate le prime due "avventure". "Delitto alle Olimpiadi" introduce il commissario Igor e la sua squadra (la "Sezione Crimini Sportivi" della Polizia di Roma) che, dopo un lungo periodo di inattività viene coinvolta in una prima indagine delicata e presto dai risvolti internazionali. Da Roma, infatti, il Commissario dovrà spostarsi a Londra dove sono in corso i Giochi Olimpici per tenere d'occhio alcuni sospettati dell'omicidio della bella ostacolista azzurra Marinella Paris trovata uccisa a colpi di spranga sul lido di Ostia. La squadra del Commissario Attila è composta da diversi bizzarri personaggi ciascuno dei quali, tuttavia, per esperienze vissute possiede delle specifiche competenze in diversi campi dei crimini sportivi e ciascuno di essi, pertanto, può fornire un contributo originale e fondamentale al dipanarsi delle indagini che procedono con un loro ritmo, mentre i vertici della Polizia e della Questura dopo aver richiesto di procedere con diplomazia per non alterare il clima di serenità pre-olimpico, da un certo momento in poi vogliono che una testa cada e che, anche con clamore mediatico, un arresto sia compiuto. Il Commissario procede lungo la sua strada, stritolato da opposte tensioni, mentre - nello stesso tempo - è tormentato da una storia d'amore appena conclusa e dai fantasmi del suo passato di boxeur olimpico che, a causa della corruzione coreana, 25 anni prima, aveva sfiorato l'oro olimpico e lo aveva poi perso, perché a tavolino era stato deciso che dovesse vincere un un Coreano. Anche questo romanzo di Foschi è un poliziesco classico, scritto - bene anche se in maniera leggera - e dimostra una conoscenza profonda da parte dell'autore del mondo sportivo e delle sue "debolezze" e criticità. E' la lettura adatta per un giorno di vacanza e di relax, magari proprio dopo una fatica sportiva.