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Le droghe di Marsiglia - Alfredo Giuliani - copertina
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Le droghe di Marsiglia - Alfredo Giuliani - copertina

Descrizione


A Marsiglia, Walter Benjamin fumava hascisch e delirava, felice e malinconico; a Marsiglia, Sade somministrava confetti afrodisiaci di cantaride a quattro prostitute che poi lo avrebbero accusato di averle fustigate, sodomizzate e avvelenate. Ma la droga di cui entrambi fecero maggiore uso è unaltra: quella della letteratura come «adultero intruglio di tutto».
Per aiutarci a viaggiare allinterno di questa specie di letteratura, seguendo itinerari imprevedibili, contorti, eppure astutamente ragionati, Giuliani ci offre, con questo libro, una guida preziosa.
«Lo scrittore moderno compare ogni volta che uno si mette a scollare le parole dagli oggetti sui quali erano appiccicate»; è una definizione ironicamente minima, e insieme carica di implicazioni. Partendo da essa, si apre una prospettiva di ingannevoli incontri e di risposte ambigue che Giuliani riesce a illuminare in modo magistrale. Dalla patafisica nera di Jarry si passa a quella ascetica di Daumal, lEs di Michaux replica a quello di Groddeck, Renard e Manzoni confrontano le loro perfidie, lilaro-tragico Manganelli visita lipocondriaco Gadda, la sapienza postribolare di Nell Kimball si accompagna a quella del poeta-guerriero Mao Tse-tung, i romanzi involontari di Freud si intrecciano alle avventure di Cendrars, gli acidi di Corbière si mescolano con quelli di Lichtenstein, il magicomico Dylan Thomas si ritrova col metafisico Empson, mentre il corteo della poesia italiana moderna sfila davanti ai nostri occhi, da DAnnunzio e Montale ai poeti ultimissimi.
In breve: è un diario appassionante di letture che non hanno potuto evitare di diventare scritture, che hanno spinto un critico-scrittore a quellesercizio non ben delimitabile né regolabile che è la critica in rapporto a quellentità mostruosa in cui riconosciamo lessenziale e lindispensabile della letteratura moderna. Esercizio in cui eccellono appunto gli scrittori, come provano, fra gli altri, i casi di Benn, di Pound, di Auden, di Valéry. Una tale critica, parlando di letteratura, parla continuamente daltro; e, parlando di tutto, vi fa pulsare la letteratura: di questo i saggi qui raccolti sono una dimostrazione sottile, pungente, tortuosa, violenta. Certo, non molto troverà in questo libro chi cerchi equilibrati panorami, timorate gerarchie, elenchi di torti e benemerenze verso la società o la storia. No: come la letteratura di cui parla (e di cui fa parte), una critica della specie qui praticata da Giuliani è «cosa ostile, animalesca, insolubilmente blasfema e religiosa, che circola ancora da qualche parte nella vita e che cuori di rospo e orecchie di cane sanno ancora intendere». Ed è anche un aiuto fraterno e un segno di complicità per chi è felicemente sperso nella selva della «letteratura abbandonata a se stessa».
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Dettagli

1977
6 giugno 1977
418 p.
9788845903212

Conosci l'autore

Alfredo Giuliani

(Mombaraccio, Pesaro, 1924 - Roma 2007) poeta e critico italiano. Ha fatto parte del Gruppo 63 e figura nell’antologia dei Novissimi (1961) da lui stesso curata. Animatore del dibattito e della ricerca della letteratura sperimentale, ha rivelato nei libri di poesie - Povera Juliet e altre poesie (1965), Il tautofono (1969), Chi l’avrebbe detto (1973) - uno stravolgimento del linguaggio di precise ascendenze surrealiste. Le poesie composte tra il 1950 e il 1984 sono radunate nella silloge Versi e non versi (1986). Ha pubblicato un romanzo sperimentale (Il giovane Max, 1972) e ha raccolto i suoi interventi critici in Immagini e maniere (1965), Le droghe di Marsiglia (1977), Autunno del Novecento (1984). Ha curato un’antologia della poesia italiana dalle origini al Trecento (1973).

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