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Doppio vetro - Halldóra Thoroddsen - copertina
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Doppio vetro

Descrizione


Vincitore del Premio della Letteratura Europea 2017, Doppio vetro è un romanzo sorprendente, una storia d'amore e rimpianto tra il fuoco e i ghiacci d'Islanda, un inno struggente alla vita.

«Il breve romanzo è un sasso lanciato in uno stagno che muove onde lunghe fino a lambire la nostra coscienza» - Brunella Schisa, Il Venerdì

"La zattera dell'universo beccheggia, sovraccarica d'aria, di idee sbagliate. Come può l'aria pesare tanto?"

Dal doppio vetro delle sue finestre in un piccolo appartamento nel centro di Reykjavík, un'anziana donna osserva la vita da cui si sente ormai tagliata fuori ma che continua ad attrarla, a porle domande, a nutrire la sua «fame di giorni» e il suo desiderio di appartenere al presente. Vedova con figli che hanno da tempo preso la loro strada e nipoti ormai cresciuti e sempre più lontani, la sua esistenza subisce una scossa inaspettata con l'entrata in scena di un uomo. Un coetaneo che forse ha già incrociato brevemente in gioventù, un ex chirurgo separato dalla moglie che senza timore le si dichiara e la corteggia, facendole riscoprire l'ebbrezza della complicità e del sentirsi desiderati. Ma è ammesso, opportuno, o anche solo possibile innamorarsi ancora alla sua età? Che cos'ha in fondo l'amore da offrire a due solitudini al tramonto? E perché la passione senile rimane un tabù, perfino agli occhi di amici e famigliari, qualcosa da negare o deplorare come un capriccio? Attraverso le emozioni, i pensieri e le paure della protagonista, in una dimensione sospesa tra la profonda sensibilità e il disincanto ironico che si maturano con gli anni, ci immergiamo in un'avventura sentimentale che raramente trova voce in letteratura. Doppio vetro è un delicato canto d'amore alla vitalità interiore che non si rassegna allo sfiorire del corpo, un racconto poetico di toccante empatia sullo scarto tra i ruoli che la società impone a ogni stagione della vita e un sentire che non invecchia quasi mai con l'età.

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Dettagli

2019
24 aprile 2019
106 p., Brossura
9788870916089

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

Con una scrittura originale e intelligente, l’autrice ha dato voce a tutte le sfumature che abitano la sfera emozionale di una donna a cui si stanno chiudendo, via via, tutte le porte che attraversa. Non c’é possibilità ritorno su questi passi, e nemmeno su quelli che erano inattesi eppure sono arrivati a dare nuovo impulso alla consuetudine della sua vita. La donna dietro il doppio vetro ripercorre il passato per immagini e attraverso il ricordo delle persone che ne hanno fatto parte. Lo fa in una condizione di dialogo intimo, protetta da questo doppio filtro che cela al mondo il suo sguardo consapevole. A noi lettori é dato di vedere che il raggio di luce che attraversa il vetro della sua vita si scompone in una gamma cromatica che mette in evidenza quanto di lei é stato sacrificato in nome di un ruolo sociale, ma anche quanto la sua capacità di analisi non si sia spenta. Dietro quel doppio vetro una donna ha continuato a crescere, ed é il solo riscatto che a un certo punto la vita ci concede di rivendicare. Sentirsi compiute, a dispetto della porta che si chiude dietro di noi. La letteratura si é molto spesa su questo tema, ma ci sono libri che ci risultano più congeniali di altri per degli aspetti ai quali siamo più sensibili. La Thoroddsen é riuscita a legare malinconia e ironia, tenerezza, comicità e dolore con grande naturalezza, offrendoci un quadro realistico e profondo del ciclo della vita. E la mia quinta stella sta proprio in questa motivazione.

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@malincolime
Recensioni: 4/5
Poetico e riflessivo

Il punto di vista di questo romanzo è quello di una donna ultra settantenne che cerca ancora il suo ruolo nel mondo e ci trasporta con lei nel suo flusso di pensieri ed emozioni. Attraverso la sua lente osserviamo il mondo e le incongruenze della società, spesso fatta da persone che vincolano i propri pensieri e la propria vita a causa di tabù e pregiudizi. La protagonista vacilla tra il sentirsi inutile e il non rassegnarsi a poter fare qualcosa anche simbolicamente nel mondo. È strano che nonostante lo scarto generazionale che mi divide da lei, ho empatizzato tanto con lei e soprattutto mi immedesimavo con il suo flusso di pensieri. È un libro poetico, che riesce a fare convivere la storia di rinascita della nostra protagonista, con una storia d'amore, con una critica al mondo (poco impegnato a non farci estinguere) e alla società (poco impegnata a essere davvero felice). Super consigliato!

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Chiara
Recensioni: 5/5

Questo mare di pensieri, profondo flusso che ti accompagna al doppio vetro delle tue finestre, lì dove ti piace sostare e osservare, dove al tempo stesso vive in te il desiderio di abitare fuori e dentro, di stare sola e fra tanti. Esserci, avere ancora qualcosa da dire. E ancora qualcosa da provare e sperimentare e sentire perché hai ancora fame nonostante/grazie a/con l'esperienza del tuo arco temporale. Allontani ciò che *deve essere* e ti ribelli e vuoi decidere tu e vuoi la tua voce, sempre e ancora. Le barriere col mondo esterno si sciolgono e sei particella dell'universo, sei ogni cosa. Chapeau alla traduttrice.

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Recensioni

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Voce della critica

IL RIFUGIO DELL'IRCOCERVO - letterature, mondi e animali mitologici

«Una sottile tensione in questa donna di città, un brivido di benessere dietro il doppio vetro.» (pag. 9)

La primissima pagina di questo romanzo sembra condensare in due righe (quasi) tutto quello che ci serve sapere della sua protagonista. Doppio vetro racconta la vecchiaia di una donna islandese, vedova, nostalgica e pensierosa. E lo fa con una impressionante delicatezza, che non mira a nascondere i conflitti di questa età dell’uomo, bensì a mostrarli in una luce differente. Si tratta del primo romanzo della Thoroddsen tradotto in Italia, vincitore del Premio della letteratura femminile islandese (2016) e del Premio letterario dell’Unione Europea (2017).

La focalizzazione è interna, in una prosa che volentieri si fa poetica, in modo ora disinvolto ora più esplicito. Lungo i quattro macro-capitoli, i brani narrativi sono scanditi da brevi frasi di natura diversa, scritte in corsivo, che sembrano quasi delle didascalie. Ora si tratta di piccoli gesti (Si lima le unghie, prima alla mano destra, poi alla sinistra), ora di pensieri estemporanei (Con questa bufera è un bene sentirci poco), ora di sprazzi lirici, talvolta addirittura di abbozzi di metanarrazione (Aspetta, ma ciò che pensa e che fa viene messo per iscritto?). Non mancano passaggi ellittici, non sempre del tutto chiari e autoevidenti al lettore, che paiono rispecchiare i discorsi che la protagonista rimugina fra sé e sé.

L’età senile e i suoi attributi sono descritti con dovizia di particolari. Gli acciacchi elencati con precisione chirurgica. I coetanei che vengono a mancare, i circoli che si svuotano, le liste d’attesa per le case di riposo. Le cose su cui ci si fissa per tenersi occupati, per non passare il tempo a rimpiangere il passato. I nipoti che crescono, gli ideali condivisi dalle nuove e dalle vecchie generazioni, e i piani ormai del tutto inconciliabili. Sentirsi come “un settantotto giri rotto – e i dischi da grammofono sono estinti. Un dinosauro, un dinosauro in una navicella spaziale” (pag. 94).

Oltre ad offrire una sensibilissima rappresentazione della vecchiaia, Doppio vetro è un romanzo sull’amore. Sulla tabuizzazione dell’amore senile, considerato una follia antiestetica e sterile, senza dubbio; ma anche sulla paura di abbandonarsi ai sentimenti, di perdere il controllo totale sulla propria vita, di sconvolgere la propria routine organizzata, il proprio mondo protetto e tranquillo. E quest’ultima è una paura che si può provare a settant’anni come a quaranta, o a venti.

«- No, non posso proprio, ho smesso di viaggiare. E poi ho certi impegni a casa a cui non posso sottrarmi.
Nell’istante in cui abbassa la cornetta cambia idea e lo richiama subito. Forse potrebbe anche partire con lui, per pochi giorni, solo come amica. Deve rimangiarsi tutto quello che ha detto sugli impegni e i viaggi.
– Sai com’è, cercavo di tirarmi indietro, è così che si dice, no? Non posso. Non è che puoi dire in faccia: Non ne ho voglia, oppure: Non sopporto i cambiamenti nella mia vita.»
(pag. 53)

La scrittura, a volte, va avanti affaticata, ma questo non significa che risulti lenta o sgradevole; piuttosto, ricorda la voce flebile di chi ormai ha appreso il valore della sintesi e trasmette i dati significativi senza cercare di appesantirli con fronzoli inutili. Verso il termine del romanzo, ci si imbatte in un flusso incontrollato di pensieri che non hanno più davvero referenti reali se non nel ricordo. La conclusione forse arriva un po’ troppo attesa, affrettata, benché non certo priva di un suo quid; sullo sfondo, il sole primaverile di Reykjavík. Doppio vetro è un romanzo assai meritevole e ben scritto, consigliato a qualsiasi età, e in particolare ai lettori che non disdegnano panoramiche di vita contemplativa.

Alessia Angelini

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Conosci l'autore

Scrittrice e poetessa di Reykjavik, ha lavorato nel campo dell'istruzione, dell'editoria libraria e radiofonica e si è cimentata in diversi generi letterari. In corso di pubblicazione in dieci paesi europei, vincitore del Premio della letteratura europea e del Premio della letteratura femminile islandese, Doppio vetro è il suo primo romanzo tradotto in Italia.

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