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Anno edizione: 2021
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Con una prosa tagliente e inquietante, Un dettaglio minore va al cuore di un'esistenza segnata dall'annullamento e dalla privazione di sé, com'è la vita nella Palestina occupata, rivelandoci quanto sia ancora difficile riunire i frammenti di una narrazione rimasta troppo a lungo nascosta nelle pieghe della storia.
«Un dettaglio minore è un libro breve, fatto di parole calibrate, di sentimenti trattenuti, in cui traspare forte e chiara un’emozione su tutte: la paura.» - Carmen Recupito per Maremosso
Questa storia inizia durante l'estate del 1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe – che ebbe come conseguenza l'esodo e all'espulsione di oltre 700.000 persone – e che gli israeliani celebrano come la Guerra d'indipendenza. Alcuni soldati israeliani attaccano un gruppo di beduini nel deserto del Negev, uccidendo tutti tranne un'adolescente. La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e sepolta nella sabbia. Molti anni dopo, ai giorni nostri, una donna di Ramallah prova a decifrare alcuni dettagli che aleggiano attorno a quell'omicidio. È colpita da quel delitto a tal punto da trasformarlo in un'ossessione, non solo a causa dell'efferatezza del crimine, ma perché è stato commesso esattamente venticinque anni prima il giorno in cui è nata. Adania Shibli sviluppa magistralmente due narrazioni che si sovrappongono e, in trasparenza, evocano un presente che non può prescindere da ciò che è stato.
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Le modalità del racconto della prima e della seconda parte del romanzo sono completamente diverse in quanto sono modulate sulla psicologia dei protagonisti Nelle prima parte del racconto la narrazione è prolissa, ripetitiva della azioni di un comandante di un manipolo di soldati, con il compito di presidiare una zona di deserto fra le dune; l’attenzione a volte se ne vola via, perché l’interesse per certi fatti non riesce a concretizzarsi. La descrizione, come detto, è consona alla personalità del comandante; un uomo rigido, ligio alle regole ed alle norme di comportamento, che ripete continuamente le stesse azioni relative al suo compito fino a quando non incappa nel gruppo di beduini che ucciderà tutti meno una ragazza, ma sarà anche lei in seguito vittima della violenza dei militari. Nella seconda parte del libro il racconto diventa concitato, ansioso come il carattere di colei che investiga sul delitto, una donna assalita spesso dalle paure, che a volte sprofondano nelle angosce, ma che comunque va avanti nelle sue ricerche. La Shibli ci fa così provare cosa significhi vivere in un paese occupato, continuamente soggetti a controlli militari e a divieti e limiti negli spostamenti: le ansie e le paure della protagonista sono ingigantite da questo stato di cose e dalla possibilità sempre presente di sfociare nella tragedia.
L'ottima Adania Shibli deve aver letto "Tempo di uccidere" di Flaiano, nelle sue prime sessanta pagine l'atmosfera calda e abbacinante che obnubila il soldato israeliano , febbricitante a causa di una puntura di insetto, ricorda molto il militare italiano di Flaiano a sua volta assassino. Ed è anche qui il paesaggio il personaggio principale con la sua torrida desolazione , ed è in questo contesto che si sviluppa la non storia di una giovane palestinese che, stregata da un articolo che narra di un brutale omicidio a danno di una donna araba , decide di mettersi in viaggio per sapene dj più. Una suggestione scaturita da una banale coincidenza (la data della sua nascita e dell' omicidio corrispondono) che si sviluppa di pagina in pagina , come nel "Dora Bruder" di Modiano, partire da frame di un giornale per una indagine dilettantistica ma tanto appassionata. La storia dei popoli spesso la fanno le persone qualunque e gli episodi dimenticati, non gli statisti, nemmeno i soldati.
Un romanzo breve di rara intensità. Diviso in due parti: la prima narra di alcuni soldati israeliani che a un anno dalla guerra arabo-israeliana del 1949, esplora il deserto del Negev alla ricerca di accampamenti arabi. Tra le dune trovano un gruppo di beduini con i loro dromedari e tutti, tranna una ragazzina, vengono uccisi. Alla ragazzina capiterà l'inverosimile e nella seconda parte del romanzo una giovane palestinese, carica di paure e ossessioni, parte alla ricerca delle tracce di quella ragazza la cui sorte si segna esattamente 25 anni prima nella sua stessa data di nascita. Punti fermi della narrazione sono la cura dei minimi dettagli, un cane, ad esempio che abbaia di continuo nel primo raccomnto e altrettanto fa nel prosieguo, i dromedari, la dettagliata descrizione di piante e di luoghi, le assenze-presenze intorno alla protagonista. Un libro volutamente scarno che infonde però il senso dell'assurdità di una guerra, la stessa che si sta vivendo ai nostri giorni
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