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Anno edizione: 2014
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Esperimento divertente e originale. Lettura non semplicissima, sfocia, forse in troppi punti, in uno sfoggio di cultura e in esercizi stilistici che, alla lunga, appesantiscono e annoiano. Al di là di qualche scivolata sopra le righe, i riferimenti letterari sono molteplici e interessanti, così come le citazioni che il lettore può scorgere tra le righe di una narrazione non sempre lineare. Esperimento forse troppo ambizioso, quindi riuscito solo in parte, ma viva l'aver osato qualcosa di diverso!
4 paladini della lingua parlata e scritta nonché del sapere in lotta contro il mondo. Lotta anche cruenta se serve, eppure sempre e solo sostenuta dalla rettitudine di agire contro chi fa scempio del linguaggio e sfoggio di crassa ignoranza. Il romanzo decisamente curioso per lo sfoggio innegabile di cultura e la citazione continua di opere su opere pecca, senza troppe sorprese, di svariate punte di saccenza ma soprattutto di troppe divagazioni. Va bene che il sapere è il pilastro su cui tutto si poggia, ma elenchi lunghi o ripetizioni di alcuni concetti rendono la lettura non sempre un intrattenimento ma uno sfoggio retorico. Quindi non è per tutti, soprattutto se si sta cercando un giallo tout court. Ci sarebbero un altro paio di difetti: il voler inscenare in un mondo anglofono stona incredibilmente con la sottigliezza della lingua palesemente italiana e latina, i riferimenti letterari e le storpiature, palesemente nostrane. Mi chiedevo continuamente il perché di una scelta così infelice... E altra noticina, la vicenda tanto roboante (o almeno così palesata e paludata e imbellettata di nomi, varianti, tomìe) si riduce alla scelta di bersagli un po' retorici e manca una possibile dialettica sul senso di tutta questa foga (la lingua italiana in fondo è un artificio ottocentesco, parlare di purezza è in realtà estremamente improprio). Quindi mi ha divertito ma non pienamente soddisfatto
E' sicuramente un libro originale ma un po' pesante da leggere.
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