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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2019
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I tre argomenti del titolo sono raccontati e documentati in una storia che - spesso - risulta volutamente sconosciuta, ma che è ancora per tanti versi assai attuale. Il linguaggio è vivace e scorrevole. Assai interessante anche la ricca e bellissima iconografia, ma soprattutto gli "approfondimenti". Questi, in piccole "nicchie", parlano dell'American Indian Movement, importante movimento di resistenza ancora oggi attivo, analizzano episodi storici(come la vicenda di Leonard Peltier), o raccontano fatti curiosi. Come, ad esempio, che ancora nel 2000 esisteva in Canada una legge che prevedeva compensi per chi porta "scalpi indiani" alle autorità!! Mi ha colpito soprattutto il parallelo fatto tra l'espansionismo e la pulizia etnica perpetrati nell'America del Nord tra il 1492 e il 1890, e quelli perpetrati dal 1948 ...... e tutt'ora in corso, in Palestina.
Un libro molto bello, interessantissimo e forse unico nel suo genere. Il lettore rimane avvinto, quasi stregato, dalla competenza e insieme dall'originalità con cui l'autore affronta il tema - mediaticamente tanto abusato o manipolato da rischiare la dimenticanza- di quel genocidio terribile ad opera della sedicente civiltà europea. Anzitutto salta agli occhi l'inusuale impostazione del volumetto: in due capitoli soltanto, attraverso una puntuale e ricca documentazione vengono concentrati con estrema chiarezza espositiva moventi e strategie finanziarie e politiche che portarono allo sterminio e al contempo alla sua giustificazione. Così la necessità di spazio vitale per i nuovi coloni si rivela enfatico pretesto di copertura alla penetrazione territoriale delle ferrovie e peggio alle folli e fallimentari speculazioni imprenditoriali ai danni e sulla testa dei lavoratori. I rimanenti 2/3 dell'opera sono dedicati agli approfondimenti- suddivisi in sezioni- che l'autore fornisce con dovizia ritenendoli strumenti di conoscenza essenziali. E strumenti di riflessione, di approccio a memorie collettive della storia diverse e ancor oggi antagoniste tra chi ha usurpato la terra e chi della sua terra ha in generosa concessione una riserva. Little Big Horn e a Wounded Knee sono oggi decisamente monumenti di due nazioni differenti. Alla ricca bibliografia segue l'indicazione delle fonti documentarie fondamentali. Il libro si segnala inoltre per l' abbondante iconografia - spesso preziosa e altrimenti introvabile in Italia- di cui l'autore, che da più di quarant'anni è in relazione d'amicizia con attivisti di movimenti per i diritti dei nativi, ha potuto disporre in via assolutamente eccezionale. Posso dire d'averlo letto d'un fiato perché mi è piaciuto molto: poiché la storia, ahimè, sempre si ripete, un libro così resta sempre purtroppo molto attuale.
Recensioni
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