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Non concordo nel dire che alcune di queste pagine vadano saltate perche' sono altre testimonianze della vita in Lager al contrario penso che vadano ascoltate tutte. Iniziando dalla tracotanza tedesca che si sentiva tanto superiore da non rendersi conto di come questo prigioniero sub-umano li inganno' salvandosi dallo sterminio riuscendo a trasformare la sua gia' scritta condanna a morte in una possibilita' di sopravvivenza e fu proprio questo suo talento che lo rese utile per lo sforzo bellico tedesco. In questo caso significava falsificare ingenti quantita' di valuta estera sterline e dollaro nel Lager di Sachsenhausen, un tentativo della Germania di mettere in ginocchio l'economia degli Alleati sperando di vincere quella guerra ormai persa. Questi prigionieri vivevano in un Lager di sterminio, erano isolati dagli altri prigionieri ma vedevano e sentivano tutto, e pure la loro vita era a rischio nel caso in cui nei tempi stabiliti non riuscissero a produrre la quantita' di denaro falso. Fecero atti di sabotaggio persero alcuni compagni trucidati dalle SS e per quanto riguarda il denaro che fu prodotto gli storici hanno documentato sanno esattamente dove e' finito, la maggior parte nelle tasche dei papaveri nazisti, altro invece fu nascosto e successivamente ritrovato in fondo ad un lago. Non e' un saggio economico sono le testimonianze di sopravvissuti ai Lager nazisti che nonostante fossero consapevoli di cosa stessero facendo avevano ben poco tempo di analizzare i risvolti catastrofici sulle varie economie, erano concentrati a tentare si salvare le loro vite.
Confermo il corretto ed azzeccato commento precedente (Sig. Giancarlo). A parziale scusante suppongo che per un sopravvissuto dei campi di sterminio la necessita' di narrare quanto visto/subito diventi una sorta di disperata necessita'. Cio' pero' non inficia la narrazione di una vicenda (quella della stampa di banconote false) poco conosciuta che ammaglia ed avvince. Effettivamente una trattazione piu' approfondita di questo aspetto e delle implicazioni potenziali sul destino della guerra e del Reich avrebbero giovato all'intera opera. Ma questo e forse piu' il compito per un provetto storico che per un fortunato sopravvissuto.
Per coloro che, come me, affiancano questo libro nella propria biblioteca a decine e decine di volumi sul periodo, posso consigliare di saltare a piè pari le prime 150 pagine in quanto sono il solito resoconto sull'ingresso e sulla vita nel lager che ben conosciamo e nemmeno fra le meglio scritte. Interessante il resto, un argomento poco toccato dagli autori ma sicuramente da conoscere. Ben trattata la questione dal punto di vista organizzativo e pratico e molto belle le illustrazioni alcune essenziali alla spiegazione. Peccato non aver approfondito maggiormente gli aspetti economico-finanziari della vicenda. GR
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