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Kant e l'ornitorinco - Umberto Eco - copertina
Kant e l'ornitorinco - Umberto Eco - 2
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Kant e l'ornitorinco

Descrizione



Questo volume rappresenta una delle pietre miliari del percorso filosofico di Umberto Eco e una delle pietre miliari della riflessione semiotica internazionale tout court.

Eco torna alla filosofia (ammesso che mai se ne sia distaccato), per confrontarsi soprattutto con l’ontologia e le scienze cognitive in materia di percezione, realismo, iconismo. Confrontandosi con i nodi fondamentali della filosofia di ogni tempo, da Aristotele a Heidegger, Eco discute i problemi dell’essere, della verità, del falso, del riferimento, della realtà, dell’oggettività della conoscenza e della congettura. Con straordinaria lucidità, Eco anticipa così, nel 1997, temi destinati a diventare cruciali nel dibattito filosofico attuale – prima fra tutte la questione del realismo.
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Dettagli

2016
20 ottobre 2016
575 p., Brossura
9788893440851

Valutazioni e recensioni

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Marco L.
Recensioni: 5/5

Nato come integrazione saggistica al famoso "Trattato di semiotica generale" questo volume, per la stessa ammissione di Eco, travalica i recinti della pura analisi semiotica e pur nella rigorosità accademica delle ricerche e delle nuove tesi dell'autore si sente nel libro un filo rosso di divertimento e di gioco goliardico non imbrigliabile in schemi precostituiti; Eco al suo meglio, ovviamente non per tutti, in fondo il Professore ha sempre bonariamente cercato di sfidare il suo lettore alla curiosità, al multitasking, all'universalità del sapere, al labirinto infinito dei rimandi...

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Ivano
Recensioni: 3/5

Ho scoperto che la Semiologia, probabilmente, non mi affascinerà mai. Per uno sprovveduto in materia come me, il libro risulta essere per certi versi ostico e incomprensibile, per altri essenzialmente pieno di speculazioni oziose. Ovviamente il mio voto è assolutamente insignificante, non essendo in grado di giudicare questo testo. Ritengo questo libro adatto SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER GLI ADDETTI AI LAVORI.

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Voce della critica


"Così ho deciso prudenzialmente di passare dall'architettura di giardini al giardinaggio, e invece di disegnare Versailles mi sono limitato a dissodare alcune aiuole appena connesse da sentieri in terra battuta - e col sospetto che tutt'intorno si distenda ancora un parco romantico all'inglese"

Questa frase, tratta dall'introduzione del volume, esprime quale operazione Eco abbia compiuto con la pubblicazione di questi saggi: una specie di completamento-revisione del Trattato di semiotica generale del 1975. "Il fatto che essi si presentino appunto come saggi, esplorazioni vagabonde da diversi punti di vista, dice come - preso dall'impulso di operare un capovolgimento sistematico - ho avvertito che non ero capace di architettarlo (e forse nessuno può farlo da solo)". Saggi, appunto, che esplorano molti punti cruciali non solo della semiotica, ma anche della scienza cognitiva, e più in generale della filosofia.
La complessità degli argomenti trattati rende il volume una lettura adatta a chi intende affrontare un testo di filosofia, con le sue connotazioni linguistiche e logiche e con le problematiche proprie di questa disciplina. La prima parte infatti è dedicata all'essere, al come si parla dell'essere e si conclude con l'affermazione che "il nulla e la negazione sono puro effetto di linguaggio, e che l'essere si presenta sempre in positivo". "L'essere non ci dice mai 'no', se non per nostra metafora". Proprio coerentemente con queste affermazioni si può vedere la funzione e il ruolo del Poeta e del linguaggio poetico che si pone in una "zona franca".

Nel capitolo "Kant, Peirce e l'ornitorinco" iniziano ad apparire, in funzione esemplificatoria, delle storie. Non bisogna però cadere nell'illusione che il divertente, e a volte straordinariamente divertente, approccio ad alcuni temi sia semplice anzi, come dice Eco stesso, "il libro è proprio difficile là dove si narra una storia", perché in essa sono rivelati i meccanismi spesso ignoti sottesi al senso comune. L'appassionante storia dei due fratelli Hyde e del dottor Jekyll porta ad esempio ad una conclusione: nella vita quotidiana abbiamo sempre a che fare "con atti di riferimento pragmatico", ma per poter sviluppare la conoscenza si può "agitare il fantasma del riferimento ontologico come postulato che permette una ricerca in progresso". Il volume si conclude con un'analisi dei rebus, "ultima frontiera del surrealismo", e come nel tentare di risolverli si esca dalla naturalità della percezione per approdare nella "sofisticazione dell'ipertestualità". La geniale drammatizzazione del rebus , il più antico ipertesto forse, è direi proprio chiarificatrice di una scelta stilistica di Eco: niente è necessariamente noioso, nessuna nozione o concetto richiede una supponente cattedratticità.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Umberto Eco

1932, Alessandria

Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale. A ventidue anni si è laureato all'Università di Torino con una tesi sul pensiero estetico di Tommaso d'Aquino. Dopo aver lavorato dal 1954 al 1959 come editore dei programmi culturali della Rai, negli anni Sessanta ha insegnato prima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Milano, poi presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze. Infine presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Inoltre, ha fatto parte del Gruppo 63, rivelandosi un teorico acuto e brillante.Dal 1959 al 1975 ha lavorato presso la casa editrice Bompiani, come senior editor. Nel 1975 viene nominato professore di Semiotica all'Università di Bologna, dove...

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