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scheda di Cassata, F. L'Indice del 2000, n. 11
Sorti, su iniziativa di Argo Secondari, nell'estate 1921 da una scissione della sezione romana dell'Anai, per difendere le masse lavoratrici dalle azioni squadristiche dei fascisti, gli Arditi del popolo si diffondono rapidamente e animano in luglio gli scontri di Viterbo e di Sarzana. Sono comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani e sindacalisti rivoluzionari, decisi a fronteggiare il fascismo con l'impiego delle sue stesse tecniche di combattimento. Ma già dall'ottobre-novembre 1921 fino alla marcia su Roma si consuma la lenta agonia dell'associazione, ancora impegnata, nei giorni dello sciopero legalitario, contro le incursioni fasciste nelle cittadelle rosse, da Livorno a Parma. Due le cause di questo rapido dissolvimento: l'azione repressiva del governo bonomiano a sostegno dello squadrismo agrario-fascista, da un lato e, dall'altro, l'abbandono da parte delle direzioni del movimento operaio organizzato: il Psi sacrifica gli Arditi del popolo sull'altare del patto di pacificazione, mentre il PCd'I bordighiano si orienta verso un rafforzamento delle strutture paramilitari di partito. Dal punto di vista interpretativo, l'autore sottolinea soprattutto due aspetti: lo stretto legame tra arditismo popolare e combattentismo e, in secondo luogo, la debolezza politica di un'organizzazione in cui il dato militare prevale sull'elaborazione teorico-ideologica. Attraverso un capillare lavoro di ricerca, sia bibliografica sia archivistica, il libro di Francescangeli rafforza le basi filologiche di un dibattito storiografico a lungo caratterizzato da strumentalizzazioni ideologiche e da un sostanziale oblio.
Francesco Cassata
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