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Il libro mi è piaciuto molto, anche se avrei voluto un approfondimento maggiore del lato militare di Ataturk, visto che è stato un grande comandante, in ogni caso è un gran bel libro che finalmente illustra la figura di uno dei maggiori leader del XX secolo anche al pubblico italiano.
E' un ottimo testo che ha colmato una grande e non più tollerabile mancanza nel panorama editoriale italiano. La vita e l'opera di Mustafà Kemal Ataturk sono trattate in modo critico ed esaustivo. Il libro, scritto bene, permette di farsi una chiara idea sia della complessa figura del leader turco che del processo storico che ha portato alla nascita della moderna repubblica turca.Il ricco apparato bibliografico e più di quaranta pagine di note arricchiscono ulteriormente l'opera.
Recensioni
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Atatürk è oggetto ancora oggi di culto della personalità in Turchia, dove si ricorda la morte del "Grande Condottiero" fermandosi sull'attenti, tenendo discorsi e recitando poesie. I bambini delle scuole sono tenuti a imparare a memoria i suoi discorsi più significativi. Kemal Atatürk si formò all'occidentalismo fin da subito, frequentando la Scuola di guerra di Istanbul, dove si ammirava l'avanguardia tecnologica e il rigore degli eserciti francese e tedesco. Quando, nel 1908, il sultano Abdulhamid cadde e arrivarono al potere i Giovani turchi, Kemal si distinse per la dura repressione delle insurrezioni controrivoluzionarie e per la difesa della Tripolitania dalle mire dell'Italia. Nel corso della prima guerra mondiale fu attivo ai Dardanelli e in Siria. E proprio durante il conflitto si rese conto di come la salvezza della Turchia passasse per l'abbandono delle terre balcaniche. Il trattato di Sèvres dell'agosto 1920 ufficializzò lo smembramento dell'impero e dell'Anatolia. Kemal si oppose all'occupazione delle forze alleate, diventando un oppositore del governo propenso invece a cedere. L'occupazione di Costantinopoli, secondo Grassi, è l'evento che lo fece ascendere al ruolo di capo di stato. Il trattato di Losanna del luglio 1923 sancì la sua vittoria e portò al recupero dei territori ancora rivendicati. Quel trattato definì il territorio e la popolazione della Turchia. Si ebbe un esodo forzato di popolazioni verso la Grecia (novecentomila cristiani ortodossi) e verso la Turchia (quarantamila musulmani). La nascita della repubblica, nell'ottobre dello stesso anno, portò alle riforme desiderate: introduzione del calendario gregoriano e della festività domenicale, proibizione del velo, latinizzazione della lingua, adozione di codici civili e penali modellati su quelli occidentali, diritto di voto alle donne, adozione del cognome di famiglia sul modello occidentale.
Paolo Di Motoli
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