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La gentilessa
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2019
1 gennaio 2019
72 p., Brossura
9788883360190

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alida airaghi
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La scrittura di Vivian Lamarque in un milanese urbano, garbato, ha le stesse tonalità sospese, leggere, delicatamente cantilenanti che troviamo in molte delle sue poesie in lingua: “Milàn brütta bèlla / lassem andà / ‘l me amur ‘l m’ama no / ‘l me amur m’ama no”, “adèss l’è grand / ‘l gh’à ‘lso de fa / i lusert de cercà / i bus de scavà / ‘l pustin de baià…”. Sono poesie che l’autrice ha scritto molto tempo fa, “in anni oscuri” in cui ha sofferto e fatto soffrire, come scrive in esergo. Allora il dialetto diventa la lingua che accoglie e accarezza, benché non sia quella nativa della poetessa, nata in Trentino e poi adottata da una coppia milanese: ma è comunque una lingua respirata nell’aria degli anni ’50, tra la gente in strada, nei negozi, nei cortili dei giochi. Come giustamente commenta Cucchi “è un ulteriore tentativo naturale di portarsi a una condizione primaria di innocenza”: lingua del sogno, della fiaba, della memoria e dell’innamoramento. Le immagini che si rincorrono nelle pagine risultano commoventi nella loro discrezione, mai retoriche o abusate. Sia quando descrivono l’attesa di una lettera con un’intestazione affettuosa, ma che non si apre temendo un addio, o l’emozione di una telefonata a cui per troppa gioia non si sa rispondere, o la richiesta al papà di poter fare un giro in bicicletta. Il libro è omaggio alla virtù ormai tanto trascurata, quando non vilipesa, della gentilezza: nei rapporti con le persone, con gli animali, con la città, il cielo e le nuvole. Gentilezza che è anche comprensione, indulgenza, fine attenzione ai sentimenti altrui, e che fa sorridere il cuore, gli occhi e persino gli occhiali: “Come me pias a mi la gentilèssa / come me pias diventi matta / duu parulitt al moment giust / 'n attenzion minimissima de nient / …me riden el coeur i ceucc / e financa i occiaj”. Vengono in mente, leggendo queste poesie esili e cortesi, due bei versi di Sandro Penna: “La tenerezza tenerezza è detta / se tenerezza cose nuove dètta”.

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Vivian Lamarque

1946, Tesero

Scrittrice e poetessa italiana. Di origini valdesi, viene data in adozione, a nove mesi, in quanto illegittima, a una famiglia cattolica milanese. A quattro anni perde il giovane padre adottivo. A dieci scopre di avere due madri e inizia a scrivere le prime poesie. Vive a Milano dove ha una figlia e due nipoti. Ha insegnato italiano agli stranieri e letteratura in licei privati. Ha tradotto La Fontaine, Valéry, Prévert, Baudelaire. Dal 1992 scrive sul Corriere della Sera. Il suo primo libro, "Teresino", ha vinto il Premio Viareggio Opera Prima nel 1981. Tra gli altri successivi premi, il Montale (1993), il Pen Club ed il Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo (1996) nella sezione poesia, il Camajore (2003), l'Elsa Morante (2005), il Cardarelli-Tarquinia (2006)....

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