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L'isola in via degli uccelli - Uri Orlev - copertina
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Descrizione


La seconda guerra mondiale infuria per l'Europa e in Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo. Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l'eroismo perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla crudeltà e l'ingiustizia.
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Dettagli

1998
13 marzo 1998
155 p., Brossura
9788877826770

Valutazioni e recensioni

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[G#o#l#d]
Recensioni: 5/5

Bello, davvero molto.

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Danilo
Recensioni: 5/5

Bello, bello, bellissimo. Talmente bello da averlo riletto subito appena finito!

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elen@
Recensioni: 5/5

a chi di voi, leggendo, non è venuta voglia di essere lì al num 78 di via degli uccelli ad aiutare il piccolo alex? consiglio a tutti questo libro molto bello, ciao

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Voce della critica


scheda di Rotondo, F., L'Indice 1993, n. 9
(scheda pubblicata per l'edizione del 1993)

La pubblicazione di questo romanzo in Italia, a distanza di una dozzina d'anni dalla prima edizione in Israele, si inserisce in una tendenza, oggi molto forte anche nella nostra letteratura per l'infanzia, al recupero della memoria storica attraverso la narrativa come elemento fondamentale di formazione civile. L'autore, Uri Orlev, ebreo polacco, ha vissuto tre anni nascosto con la madre e un fratellino nel ghetto di Varsavia, dal '39 al '41, prima di essere deportato a Bergen-Belsen. Tale esperienza è stata raccontata, ma reinventata e filtrata attraverso una classica narrazione d'avventure che prende a suo modello dichiarato il "Robinson Crusoe". La separazione dai genitori equivale al naufragio, la casa in rovina in via degli Uccelli è l'isola su cui il naufrago costruisce e fortifica il suo rifugio, il muro che separa dal quartiere polacco è l'oceano che divide dalle terre abitate, al posto di Venerdì c'è un topolino bianco, nazisti, traditori e delatori ebrei, spie e poliziotti polacchi, sciacalli di tutte le risme sono le bestie feroci. Il protagonista undicenne, Alex, vive l'avventura nascondendosi tra le macerie, prendendo dalle case abbandonate ciò che gli serve, come Robinson dai relitti di navi sospinte sulla spiaggia, difendendo il suo rifugio, partecipando alla rivolta del ghetto, aiutando i ribelli uccidendo un soldato tedesco, sognando pure lui Erez Yisra'el, la patria in Palestina. Ma è anche un bambino che gioca a pallone con i coetanei polacchi al di là del muro, ha un idillio con una ragazzina, parla con il topolino Nevex legge libri e quando trova una cesta di giocattoli per un po' si dimentica completamente dov'è e si mette a giocare. Alla fine la lunga attesa, la resistenza durata cinque mesi, nei quali Orlev ha condensato i tre anni trascorsi realmente nascosto nel ghetto, è premiata con il ritorno del padre, lieto fine e finzione felice indispensabili per rendere sopportabile a un lettore di 11-14 anni l'angoscia di una narrazione che non fa mai dimenticare l'orrenda verità che c'è dietro lo scintillio dell'avventura.

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Conosci l'autore

Uri Orlev

1931, Varsavia

Uri Orlev nasce in una famiglia borghese ebraica. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia viene internata nel ghetto di Varsavia e la madre viene uccisa dai nazisti. Del padre non si ha più traccia. Uri e il fratellino, rimasti con la zia materna, trovano nascondiglio presso alcune famiglie polacche. Nel 1943 vengono scoperti e condotti con i treni a Bergen-Belsen, dove vengono liberati nell'aprile del 1945. Nel 1954 i due ragazzi arrivano da soli in terra di Israele e vengono accolti dal kibbutz Ganigar. Alcuni anni dopo, il padre sopravvissuto alla guerra e risposato, si presenta ai figli. Uri Orlev ha lasciato il kibbutz nel 1962 e ora vive a Gerusalemme.Orlev scrive soprattutto romanzi e storie per ragazzi. La shoah è un tema ricorrente della sua opera....

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