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Questo libro, dal sottotitolo "Le origini evolutive delle credenze", parte mettendo subito in chiaro che l'autore vuole far piazza pulita di tutte le credenze, religiose e no, che non siano sostenute da prove scientifiche; la causalità la deve fare da padrona. Il leit motiv del libro è per l'apunto l'ipotesi - parlare di "teoria" è un po' azzardato - che le credenze nascano non appena l'umanità ha iniziato a ragionare in termini di cause ed effetti; se quindi succedeva qualcosa, ci doveva essere qualcos'altro o qualcun altro che l'ha fatto succedere. Per la cronaca, Wolpert ritiene che l'uomo sia l'unico animale ad avere pensieri causali. La tesi è anche interessante, ma non è che il libro porti chissà quali prove a suo sostegno; più che altro Wolpert ripete fino allo sfinimento le stesse affermazioni, sperando che alla lunga vengano recepite dal lettore. Insomma, il titolo promette molto più di quanto mantenuto nel testo. Due (tristi) parole ancora per quanto riguarda la traduzione di Simonetta Frediani. Come purtroppo accade troppo spesso nei libri della Codice, è assolutamente inadeguata. Passi anticipare al 1452 la bolla di Innocenzo VI sulla divisione dei territori scoperti da Colombo: uno svarione può capitare a tutti. Ma già a pagina 6 il sillogismo presentato dall'autore viene stravolto e invalidato, traducendo "alcuni cibi malsani" invece che "alcuni cibi sani"; e non è l'unico caso in cui il testo tradotto dice esattamente l'opposto dell'originale. In un saggio scientifico errori di questo tipo sono inqualificabili.
L'argomento è affascinante, il titolo incuriosisce, una recensione di Edoardo Boncinelli sul Corriere fa sperare bene. Ma il contenuto del libro mi ha deluso: niente di nuovo e stimolante, stile poco efficace, sostanzialmente noioso. Si ha l’impressione che l’autore abbia dato alle stampe i suoi appunti, senza il necessario lavoro di organizzazione e razionalizzazione. Si ritorna sullo stesso problema in varie occasioni, senza connessioni o logica, con non rare smentite di quanto affermato la pagina prima. Verità stimolanti quasi concordemente acquisite dalla scienza sono presentate in modo scialbo, e non sono argomentate, o documentate, o commentate. Non ho imparato niente di nuovo. Ho riletto più attentamente la recensione di Boncinelli, e ho scoperto che il 90 % dello spazio è occupato da idee del recensore, il quale ai suoi validi pensieri sull'argomento aggiunge solo che il libro è ricco di una quantità di esempi ed aneddoti: troppo poco. Più critica (e più vicina alla mia opinione) la recensione di Mario Capocci su Le Scienze di Novembre 08, che torva il libro piuttosto semplicistico e poco soddisfacenti alcune argomentazioni dell’autore. A pagina 6 l’autore propone un ragionamento logico che sembra sbagliato, ma che è (sarebbe?) giusto, dimostrando così che la nostra intuizione e la nostra logica talvolta sbagliano. Alla mia venerando età certi ragionamenti mi fanno ingarbugliare il cervello, e chiedo aiuto a chi può darmelo. Ecco il ragionamento: - Nessun cibo malsano contiene colesterolo. - Alcuni cibi malsani sono cibi fritti. - Quindi: nessun cibo fritto contiene colesterolo. Io ho pensato che i cibi sani possono contenere colesterolo (come quelli malsani possono non contenerlo). Allora un cibo sano che contiene colesterolo può essere fritto, e quindi un cibo fritto può contenere colesterolo. Dunque: la conclusione del ragionamento è errata, e l’autore che la dichiara giusta è in errore. O sbaglio io? (Il mio voto resta 2 anche se a sbagliare sono io). Cordiali saluti, G Costantini
che l'idea di DIO sia innata nel cervello umano, è cosa abbastanza evidente. ottimo libro che tratta un argomento controverso profiquamente.
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