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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2018
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A Caserta il profumo del caffé si confonde con il fior d'arancio delle sfogliatelle.A Caserta non si sente la PUZZA DELLA MONNEZZA. I suoi cittadini hanno il sorriso sornione di chi per anni ha assistito alla violenza perpetrata senza pietá sul loro territorio. Migliaia di tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi provenienti da tutta Italia e Europa sono stati sversati nel sottosuolo senza nessuna precauzione. A Caserta per anni la camorra si è confusa con lo Stato,schiacciandolo,soffocandolo,costringendolo a tacere. Il business della MONNEZZA ha fruttato a pochi decine di milioni di euro,e ad un'intera popolazione un marchio infamante: CASALESE, che starebbe ad indicare solo l'appartenenza geografica ad un territorio, ma che più comunemente fa riferimento a un ristretto clan che ha realizzato il più grande disastro ambientale degli ultimi trent'anni. Insieme a questo un'eredità pesantissima, una minaccia costante sul futuro,una minaccia che ha il nome della diossina e delle mille altre sostanze tossiche che trasudano dagli invasi sottoterra e penetrando le falde acquifere entrano nella catena alimentare. A Caserta ( e nei territori della terra dei fuochi) si muore prematuramente,a Caserta più bambini si ammalano di cancro rispetto alla media nazionale.Eppure non esiste un registro tumori, sui siti ufficiali si legge che "la raccolta dei dati è ancora in corso". A Caserta la parola cancro non si nomina neanche.La scaramanzia popolare preferisce definirla con il termine più generico di "brutta malatja". Eppure grazie a libri come questo,e a pochi che hanno avuto il coraggio di denunciare questo scempio, la popolazione sta lentamente prendendo coscienza dell'entità di questo disastro, e ha imparato a non tacere, a non piegare la testa, a difendere il suo territorio, a dire a voce alta che Casalese non è sinonimo di camorrista. Un libro che provoca rabbia fino a commuovere.
Recensioni
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