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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2011
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Opera che si compone di più voci, coraggiosa e di sconvolgente modernità quando venne pubblicata nel 1860, rimane di grandissimo valore e attualità anche ai giorni nostri.
Quando si abita l'eccezione in uno dei gironi umani in assoluto più brutali, quando lo spirito tocca e sente le urla degli sfruttati, degli oppressi, e lotta e tenta ogni strada per garantire loro una verità di giustizia, ma nonostante il suo ruolo di spicco trova attorno solo sordità e corruzione ben addestrata, allora non resta che rinunciare a tutto e almeno non abdicare a se stessi salvando quella traccia etica che, pur sotto i colpi di una barbara catastrofe sociale, non ha visto morire i suoi semi più saldi. Questo spiega benissimo il fuoco rabbioso che aveva in corpo l'autore per aver composto il romanzo in un solo mese; se lo avesse rivisto e ritoccato troppo forse ogni spinta poetica si sarebbe persa nei fumi dello stile, perdendo quel tratto diretto che era e resta immediatezza di cuore. Max è un'anima rara nell'orrida giungla del colonialismo olandese, l'uomo buono e stimato, justum ac tenacem, ma messo alle corde da un sistema di gerarchie troppo putride per poter dare ascolto alle sue nobili istanze. E' un uomo che sa misurare l'errore, la vita, il peccato, anche e soprattutto a partire da se stesso. Formidabile questo pensiero: "Chiamiamo zero la perfezione e cento la cattiveria. Ma quanto abbiamo torto noi, noi che oscilliamo tra 98 e 99, a gridare 'Abbasso!' contro quelli che sono a 101". Lo squarcio nel realismo più bieco, fra amarezze e sdegni terribili, è in sostanza la cifra di un'esperienza personale; Multatuli lavorò come funzionario laggiù, nelle Indie olandesi. E l'esito sono queste pagine, pura lava morale distesa su un manto di ipocrisia, di avidità senza sosta, di sacrilega bacchettoneria. Un geniale sognatore incallito il cui dentro è aiuto e mano tesa agli ultimi, ai poveri, ai maltrattati, e attorno un orizzonte gelido che puntualmente lo azzera e lo sfiducia. Libro potente, poema e denuncia insieme, un trattato di valore magnifico sul vero senso dell'uomo e sui disastri di un potere melmoso. Un cuore autentico non perde mai.
Il libro mantiene purtroppo una grande attualità, essendo l'ingiustizia coloniale ben lontana dall'essere eliminata. Havelaar è un eroe di tutti i tempi. Un libro di notevole interesse storico, descrive la società borghese olandese del XIX secolo con efficacia, molto compiaciuta nella propria ipocrisia religiosa e lo sfruttamento coloniale che essa opera in Indonesia. Lo stile del libro oscilla un pò, rispecchiando peraltro l'artificio letterario del doppio autore, essendo i pezzi scritti da Droogstoppel più incisivi e belli di quelli scritti da Stern. Questi ultimi a volte un pò lunghi.
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