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Andrea Speranzoni, allora giovane avvocato del Foro di Bologna, è stato con i colleghi Giuseppe Giampaolo e Manrico Bonetti legale di parte civile nel processo celebrato a La Spezia tra 2006 e 2007 contro cittadini tedeschi e austriaci, già appartenenti alle SS o alla Wehrmacht, riconosciuti colpevoli dell’eccidio di Monte Sole (perpetrato nei comuni di Marzabotto, Grizzana, Monzuno, sull’appenino tosco emiliano). Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 reparti tedeschi delle SS si resero colpevoli dell’uccisione di quasi 800 persone, per la massima parte donne e bambini, nel quadro di un’operazione antipartigiana di “bonifica” del territorio, immediatamente a ridosso della prima linea del fronte. Si trattò della sommatoria di una serie di singoli episodi di violenza assassina contro civili inermi, consumati in 115 luoghi diversi, che trovarono ragione nella deumanizzazione dell’altro, in questo caso del popolo italiano da parte dell’esercito tedesco, SS e Wermacht. Con attenzione allo sguardo delle vittime e rigore giuridico, Speranzoni ripercorre attraverso gli anni il massacro (1944), l’archiviazione del fascicolo di indagine nel cosiddetto ‘armadio della vergogna’ (1960), la scelta di memoria di Pier Paolo Pasolini in relazione a Marzabotto (1974), l’indagine giudiziaria sugli appartenenti alla divisione delle SS responsabile dell’eccidio (2001-2005), la disanima delle violenze quale emerge dall’accertamento giudiziario. Il volume si conclude con la preziosa testimonianza del giornalista tedesco Udo Gϋmpel, che nel 2001 incontra Albert Meier, comandante delle SS responsabile della strage in località Cerpiano, che rivendica la legittimità dell’assassinio anche dei bimbi più piccoli, «bacilli di sinistra da estirpare dal corpo malato della società, per sanarlo». Andrea Speranzoni insegna che senza memoria e giustizia non può esserci riconciliazione e futuro.
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