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Pasolini, massacro di un poeta
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Pasolini, massacro di un poeta - Simona Zecchi - copertina
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Pasolini, massacro di un poeta

Descrizione


Il 2 novembre 1975, all'Idroscalo di Ostia, si consuma il "massacro tribale" di uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo: Pier Paolo Pasolini. L'inchiesta di Simona Zecchi riparte proprio da quella sciagurata notte e, con l'ausilio di prove fotografiche mai emerse sinora, documenti inediti, interviste e testimonianze esclusive, fa tabula rasa dei moventi ufficiali e delle piste finora accreditati, dall'"omicidio a sfondo sessuale" al "misterioso" Appunto 21 di Petrolio. Come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, lo "schema perfetto" che condusse il poeta friulano fra le braccia dei suoi carnefici è sempre stato sotto gli occhi degli inquirenti e, in parte, dell'opinione pubblica: un oscuro attentato a pochi passi dall'abitazione di Pasolini la cui funzione viene finalmente svelata, un furto di bobine come espediente dai tratti inediti, la presenza di più macchine all'Idroscalo e la prova del doppio sormontamento del corpo ormai agonizzante, i testimoni che nessuno ha mai voluto veramente ascoltare, la matrice fascista dell'agguato, la direzione dell'intelligence nostrana, i tentativi di alcuni giornali di trasformare Pasolini in imputato nello stesso processo che avrebbe dovuto stabilire l'identità dei suoi assassini. Tra le numerose inchieste che hanno cercato di decostruire la gigantesca opera di depistaggio messa in atto già all'indomani dell'omicidio, «Pasolini, massacro di un poeta» si incarica di dire la verità, tutta la verità.
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Dettagli

3
2015
22 ottobre 2015
320 p., ill. , Brossura
9788868333904

Valutazioni e recensioni

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Stefano Mannucci
Recensioni: 5/5

In questo interessante e sorprendente saggio, l'autrice ha condotto un'inchiesta rigorosa ed attenta, cercando di individuare nuovi indizi, utilizzando documenti inediti, testimonianze e fonti trascurate nei dibattimenti, analizzando le fotografie scattate all'epoca del rinvenimento del corpo martoriato di Pasolini - che evidenziano i colpi a lui inferti - per anni rimaste inedite. Nella rigorosa ricerca condotta lungo gli ultimi anni, l'autrice lascia intravedere sprazzi di una verità che lentamente affiora dalle tenebre di quella notte. Una lettura da dedicare alla memoria di Pier Paolo Pasolini e da consegnare alla memoria collettiva di una nazione che non ha saputo proteggere uno dei più importati e profondi poeti dell'Italia del Novecento

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Tommaso De Ville
Recensioni: 3/5

Libro interessante poichè apre nuovi scenari inquietanti sulla morte dello scrittore. Purtroppo il corredo fotografico in b/n è scarso e di qualità scadente. Le foto presenti sembrano ciclostilate o fotocopiate male.

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Recensioni

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Voce della critica

  Non è il centesimo saggio che si esercita maldestramente nella ricostruzione degli ultimi istanti di vita del Poeta delle Ceneri. A quarant'anni dall'omicidio, la giornalista Simona Zecchi conduce un'inchiesta in cui affiorano per la prima volta elementi nuovi ed estremamente interessanti. E svela con sicurezza e acribia i volti che all'alba del 2 novembre 1975 decisero e parteciparono a quel "massacro tribale", tale per la sua efferatezza. Pasolini doveva essere "infangato" quella notte e reso per sempre infrequentabile dalla società. In malafede, si dirà, non si aggiunge nulla alla versione ufficiale che esige il movente sessuale nell'ambiente della prostituzione minorile, "imposta e concordata sin dalla notte della tragedia", "attraverso gli organi di stampa, in barba al segreto istruttorio", come la punizione di un "frocio e basta". Del resto dal lacunoso fascicolo 1466/75 del procedimento penale si è avuto un solo processo, mentre le tre inchieste successive (1995, 2005, 2015) si sono risolte tutte nell'archiviazione. Invece no! Con un metodo investigativo rigoroso e mai pregiudiziale durato cinque anni ("atti d'inchiesta giudiziaria, elementi sfuggiti alle ricostruzioni passate e personale ricerca e indagine"), che collega i fatti distanti tra loro e innalza l'io so pasoliniano a un sistema di lavoro anziché farne un vuoto mantra, l'autrice ripercorre l'intera dinamica dell'omicidio, facendo emergere le troppe "verità mozzate" e le "falle giudiziarie" che ne seguirono. Ci sono prove inconfutabili a cui sarà difficile voltare le spalle. Una folla inferocita (circa tredici uomini presenti) che presenziava all'Idroscalo di Ostia, il rilevamento di cinque nuovi profili genetici, sette aggressori, l'assenza di tracce di liquido seminale che dimostrano che non ci fu alcun un rapporto sessuale tra Pasolini e Pelosi, e fanno decadere finalmente il falso movente il cui scopo era trasformare la vittima in carnefice e garantire a un minorenne una breve reclusione (e una condanna a nove anni). In realtà fu una trappola (l'esca la restituzione, dopo il furto, delle bobine del film Salò), effetto di un disegno preciso, uno "schema perfetto" voluto dai livelli alti e con l'appoggio dei servizi segreti e di qualche politico a cui Pasolini dava fastidio. Ciò che il libro racconta è così la sequela di depistaggi e manipolazioni di testimoni e di atti probatori col concorso della stampa e delle istituzioni, incluse la polizia e la magistratura. Una serie di "operazioni atte a far scomparire documenti che vanno a ingrossare dossier occulti". Zecchi al contrario centellina documenti e foto inedite mai emersi finora, tra cui la "scoperta di alcuni documenti" rimasti distrattamente o volutamente inosservati da parte degli inquirenti. Ad affacciarsi sulla scena è la mano dello stato e dei servizi segreti mentre aleggia un clima di violenza, di aggressione reiterata e di continue minacce di morte nei confronti del poeta. Un sovrapporsi di "cointeressenze che arrivano da più parti: la bassa manovalanza criminale per sfilare un po' di soldi al 'frocio'; i picchiatori per togliersi di mezzo il 'comunista'; forse anche qualcuno che non accettava l'amore di Pasolini per i 'ragazzetti'; e, in alto, qualcuno che ha ordinato una 'commissione'". Tra queste spicca il ruolo che ebbe l'estremismo extraparlamentare di destra e la criminalità romana e catanese. Catania, città di provenienza di parte del commando. La verità riposa in un carteggio "emerso tra gli atti riguardanti la strage di piazza Fontana" ma rimasto per lungo tempo sconosciuto, e adesso pubblicato. Tra Pasolini e un ambiguo editore di destra sulle responsabilità e le connivenze nella strage di piazza Fontana, delle cui informazioni si temeva il poeta venisse a conoscenza. "Un dialogo e un'inchiesta interrotti" su cui la magistratura si affretti a far luce.   Alfredo Nicotra

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Conosci l'autore

Simona Zecchi

Simona Zecchi, giornalista, vive fra Roma e Lione, dove collabora con la redazione italiana di "Euronews". Ha collaborato con il "manifesto" e scrive sul Fatto Quotidiano.it, sul sito di informazione e approfondimento "Gli Stati Generali" e il quotidiano statunitense "La Voce di New York", occupandosi di cronaca giudiziaria e attualità. È fra i fondatori del sito indipendente d’inchiesta Lettera35. Per la rivista "I quaderni de L’Ora" (n. 8, 2012) ha curato con la collega Martina Di Matteo un’inchiesta sulla morte di Pasolini, tema cui ha dedicato molti anni di ricerca, che hanno portato alla pubblicazione del suo libro Pasolini, massacro di un poeta (Ponte alle Grazie 2015), vincitore della X Edizione del Premio Marco Nozza 2016 – Giornalismo investigativo...

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